giovedì, aprile 27, 2006

Wii

Il logo della nuova console Nintendo, il Wii

Questa vicenda si svolge in un maestoso quartiere di Kyoto, Giappone, un palazzo sorge in un'area un tempo controllata dalla Yakuza.

I marketing manager di una secolare azienda giapponese hanno il volto pallido di chi non vede il sole da giorni, una sana abbronzatura da monitor, l'occhio appannato e fisso verso il basso, con i bulbi oculari leggermente irritati dall'eccessivo fumo di sigaretta che pervade la stanza.

In quella stanza ci saranno cinquanta persone in altrettanti metri quadri; è una stanza importante: qui si prendono le decisioni più intime e vitali per quell'azienda che un tempo costruiva carte da gioco che in decenni di duro lavoro è diventata una possente multinazionale del divertimento elettronico. Molti dei partecipanti sono costretti a stare in piedi, si massaggiano i polpacci periodicamente ma nessuno osa scomporsi più di tanto.

E' presente il Grande Vecchio in persona. Solo lui ormai porta il nome della famiglia che ha fondato l'azienda un centinaio di anni fa, ha lo sguardo severo, la vena della fronte sussulta quasi a tempo di musica: silenziosa ma percepibile, la musica della tensione, dello smarrimento.

Una imbarazzante e fastidiosa sequenza di silenzi viene interrotta dal suono di una mano. Un uomo, uno dei pochi privilegiati che sono seduti, tenta faticosamente di alzarsi aiutandosi con le mani su un lucido e sontuoso tavolo di marmo nero, lucido, asettico, spietato.

Alzarsi dopo tutte quelle ore di assemblea è uno sforzo disumano, la fronte è impreziosita da innumerevoli gocce di sudore, la voce è roca come quella di chi è stato nell'intimità di una grotta per mesi senza poter colloquiare con nessuno se non con la sua anima.
Non riesce a guardare il vecchio dritto negli occhi: sa di avere un incarico ingrato, deve annunciare un nome. Non un nome qualsiasi, è il nome del nuovo prodotto di questa secolare azienda. Solo lui può farlo: è stato da poco nominato Capo del reparto Marketing, ci vuole autorità in queste situazioni e questo non è il momento di tirarsi indietro.

"Lo chiameremo..."

Una pausa, attimi diventano macigni. Qualcuno avrebbe giurato di aver visto il Grande Vecchio polverizzarsi all'istante dalla implacabile disidratazione.

"..."

"Su coraggio Yamakase..."

Disse con un filo di voce l'uomo alla destra del Capo del Marketing rivolgendosi al suo senpai.
Questi prese coraggio, come poche volte in vita sua. Aveva lavorato mesi su questo progetto, da freddo calcolatore quale era aveva curato ogni dettaglio, ogni rischio, ogni sfaccettatura.

"...Lo chiameremo... Wii"

E' fatta.

Se il mondo fosse un libro ora bisognerebbe sfogliarlo con golosità, pagine di dieci in dieci, saltare i testi e vedere solo le immagini di quello che succederà.
Ma questo non è possibile ovviamente e credo renderebbe la vita noiosa e prevedibile, nessuno vivrebbe più con l'illusione di essere libero.

Quello che possiamo fare è vivere assieme le conseguenze di questa scelta apparentemente insana, a partire dai fatti che sono sati narrati, da veri poeti guerrieri, da veri Nintendari.

Me, Wii

(Muhammad Ali)

6 commenti:

Luciferasi ha detto...

WII ARE THE WOOOORLD!!
WII ARE THE CHILDREEEEN!!

Apa ha detto...

Nintendo secondo me è il Balducci delle compagnie di VG. Fa di tutto per perdere eppure vince sempre.

Il Logo è orribile. Il nome è il parto di un reparto marketing paragonabile credo al nostro. (Ciao a chi legge il Blog). Insomma quelli che volevano chiamare "Need For Speed 113".

Un nome che la gente di mezzo mondo non saprà come pronunciare e che l'altra metà del globo si vergognerà di pronunciare ad alta voce.

Ovviamente se si escludono i nintendari.

il mak ha detto...

Io non avrei chiamato Wii manco il mio gatto.

il mak ha detto...

In realtà Wii è il rantolo di morte di Hiroshi Yamauchi male interpretato.

Anonimo ha detto...

Apa ha detto:
"Il Logo è orribile"

Dissento.
Il logo, dal punto di vista grafico, è ottimo ed efficace.

L'unica cosa buona del brand, dato che deve sorreggere un nome che più anonimo non si può, e che psicologicamente porta a brutte conseguenze.

Leggetelo e pronunciatelo in inglese, francese, tedesco e capirete perché.

Piuttosto mi domando come verrà chiamato in Italia.

Tipo, un pesce qualsiasi va da mediaword e chiede " vorrei un Vi? un Vii ? un Uai? Si accettano scommesse.

il mak ha detto...

Mak: "Salve, quando esce il Nintendo uee?"

Begoziante: "Bo!"