Tsunami
Stanotte, per la quinta volta in meno di due settimane, ho sognato uno tsunami.
In uno dei primi sogni un tornado mandava le finestre in pezzi, pezzi di vetro che poi tagliavano il mio viso. Poi dalle finestre rotte vedevo queste onde giganti provenire dall'oceano. Correvo verso la strada e l'acqua era ovunque. Prendevo una barca e cercavo di trovare mia madre nel pensiero di doverla salutare prima di morire. In un altro sogno vedevo sempre le onde arrivare e cercavo di trovare un posto in cui salvarmi, nonostante fossi conscia che sarei morta. Nel sogno di questa notte ero in spiaggia. Dei bambini mi tiravano dei sassi alle gambe e io cercavo di scappare. Poi vedo lo tsunami arrivare e mi metto a correre verso un palazzo alto. Salgo le scale di fretta e arrivo all'ultimo piano, guardo fuori dalla finestra e tutto intorno è inondato di acqua, solo acqua, non si vede altro. Io guardo dalla finestra e realizzo che morirò di li a poco.
Minimo comun denominatore:
- tsunami, inondazione di tutto
- non muoio nel sogno ma ho la consapevolezza che morirò presto
- ho paura mentre scappo dallo tsunami, ma sono tranquilla quando realizzo che non posso sfuggire alla morte
Dato che è un sogno che sta diventando più che ricorrente, deve esserci una spiegazione.
Qualcuno ne sa di interpretazione dei sogni?
6 commenti:
Secondo Freud i sogni sono l'appagamento di desiseri, quindi secondo lui non si sogna altro che quello che si vorrebbe per se stessi e per la propria vita.
Secondo Cenerentola invece "I sogni son desideri chiusi in fondo al cuor".
Io fossi in te mi farei delle domande...
Secondo me è un desiderio di maternità.
Ma ti spaventa il dolore del travaglio.
O anche Marco Travaglio.
Predichi bene ma razzoli male, Byfluss, poi non lamentarti se qualcuno comincia con lunghe ed estenuanti discussioni di carattere politico.
Beppe for president!
Io non predico e non razzolo.
Io meno.
Soprattutto chi non vota Lega.
A proposito qualcuno ha visto il nuovo manifesto della Lega che tira in ballo i nativi americani? Esilarante.
Un po' come i nomi dei figli di La Russa.
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