lunedì, marzo 20, 2006

La satira e la religione

Vorrei, se me lo concedete, tornare sulla questione satira e religione.

Tempo fa ho visto un film/documentario di Spike Lee, "The Original Kings of Comedy". Si tratta di un documentario che mostra spezzoni di vita e lo spettacolo di quattro comici afroamericani che fanno umorismo afroamericano. Ora questi salivano sul palco ed erano tutto un noi negri siamo pigri, le nostre donne hanno il culo grasso... e via dicendo. Mi è capitato di pensare, se salissi io sul palco e facessi le stesse battute finirei linciato dalla folla. Poco tempo dopo mi sono messo a leggiucchiare il blog di Luttazzi e la sua satira sulla religione, sui preti e sulla chiesa, mi fa impazzire. Allora qual è la questione? Ci sono davvero argomenti tabù per la satira e la comicità? Forse sì, e sono, sia per il comico che per il pubblico, le culture e il sacro che ci sono estranei, mentre su quello che ti appartiene puoi ridere e scherzare fin che vuoi.
E se in altri paesi, in altre culture, non accettano satira e comicità, allora chissenefrega, ci perdono senz'altro loro.

Gesù cagù.

3 commenti:

il mak ha detto...

Spettacolare la satira, quando è acuta, penetrante, ben tagliata.

Quello che detesto è lo "sfottò": è banale, faceva ridere forse 18 anni fa.

La satira deve essere inoltre esagerata, altrimenti, come ricorda Mel Brooks, non fa ridere

Luciferasi ha detto...

La questione del far ridere scherzando su cose che ci appartengono è senza dubbio delicata ma vera.

Una mia amica di Bari dice sempre che è la prima a scherzare e lamentarsi dei terroni, ma che se lo fa uno di Milano s'incazza.

E la cosa si amplia a tutti i livelli. Noi siamo qui TUTTI I GIORNI a parlare male di Berlusconi e del Governo Italiano? Però se lo fa un inglese, neghiamo forse che ci viene da sibilare "Avete poco da parlare voialtri, che avete Blair...".

Anche da fuori, ammetto, se Moni Ovadia fa battute sugli ebrei mi viene da ridere. Se le dovesse fare Rauti, forse, riderei di meno.

il mak ha detto...

Un grande Ovadia, alle superiori venne a farci visita.

Eravamo in 7 su centinaia di studenti.

Parlò per più di due ore, incantandoci con squisite barze legate alla sua cultura.

Alla fine spazio alle domande. Quando fu interrogato sull'antisemitismo ci fece notare che sul banco che lo ospitava c'era disegnata una svastica.

Il suo commento fu: "Una volta erano più bravi a disegnarle".

Fantastico.