mercoledì, marzo 29, 2006

924 - prima puntata

Foto di repertorio: un autobus di periferia
Quando ero studente, per viaggiare pettinato da Loreto a Celoria, prendevo quotidianamente un filobus che si chiama 92.
Come è noto, Il nome "novantadue" deriva dal fatto che passa praticamente ogni 92 minuti; tuttavia la tabellina degli orari è fitta di cifre, evidentemente ingannevoli, pallida garanzia di una impossibile elevata frequenza.
Invece, quando mi sposto da Segrate a Milano, sono costretto a prendere un autobus che, per lo stesso criterio di nominazione, si chiama 924.

Il Novecentoventiquattro è quasi magico. Quando mi presento alla fermata in robusto anticipo il 924 arriva in ritardo. Quando sono in lieve anticipo passa dieci minuti prima. Tali meccaniche sono ancora un mistero per il vostro affezionatissimo.
Quando andavo alle superiori l'autobus era molto frequentato, in ogni fascia oraria, da giovani famiglie. Era un periodo di sfratti selvaggi a Milano e molte coppie sposate con figli si erano trasferite a vivere a Segrate attirate da edilizia a basso costo e nuovi quartieri popolari.
Una volta a Segrate ci giravi "Attila flaggello diddio", negli anni 80 cominciava la bonifica.
In quegli anni l'autobus era utilizzatissimo anche dai teppisti dei quartieri popolari. Come da usanza si piazzavano in fondo e provocavano stupidamente gli altri ragazzi di Segrate. Me compreso. Fu allora che decisi di iniziare a imparare il Karate per spaccare la faccia agli imbecilli, tipo kenshiro.
Non ci volle molto per segnarmi gli orari da evitare, il rischio di risse era altissimo e preferivo sostare qualche mezzoretta dell'allora "Zio Bar" di Lambrate, a sperperare parte della mia paghetta in epiche sfide a Street Fighter 2, che ingaggiare improbabili duelli con una dozzina di "impavidi" teppistellli di periferia..
Quei ragazzi solitamente hanno una vita molto sofferta. Danno spesso poca importanza agli studi, evidentemente sopraffatti da problemi di un diverso e più elevato ordine di grandezza, e finita la licenza media affrontano pigramente le superiori; in seguito, per mantenere il motorino, le impossibili trasferte in discoteca e un duro regime di droghe leggere iniziano a lavorare molto prematuramente. Lavori umili e duri dal punto di vista fisico: muratori, scaricatori o fattorini. L'alternativa era ed è, purtroppo, la malavita persino in una pacifica città del nord. Dopo qualche anno mamma NAJA ne ha accolti molti tra le sue braccia pincerogene. Non li ho più visti sull'autobus. Io invece ho potuto rinviare il fausto evento per motivi di studio.

Continua...

9 commenti:

Apa ha detto...

Cazzo, la vita del Mak.
Commovente.

>"Fu allora che decisi di iniziare a >imparare il Karate per spaccare la >faccia agli imbecilli, tipo kenshiro."

Ho sempre ritenuto anche io che kenshiro fosse un imbecille.

Ergonomico ha detto...

per Apa: LOL

Per Mak: Piccole rivalse di una vita come tutte le altre, deliziosamente ordinarie e dal gusto cosi familiare. Il Razzi style comincia a migliorare questo blog.

Razzi ha detto...

bello che ti ritirassi nel bar per evitare le risse sfogandoti a street fighter :-)

byfluss ha detto...

A me sembra di vedere la storia di tanti.

Sala giochi.
"Dammi cento lire!"
"No"
"Muoviti!"
"No!Vai via!"
PIM!PUM!SPATAPAM!
"E va bee, tiei e tue dueenhto ie!"

Apa ha detto...

E poi quando giocano gli altri, sussurrare all'orecchio "byflussssss".

byfluss ha detto...

Ahahahahahahah, la storia.
Il mito.
La leggenda.
Il fasto.

il mak ha detto...

Kensiro è indubbiamente un imbecille, non ha niente di meglio da fare che menare i tamarri e si veste sempre nello stesso modo.

il mak ha detto...

per Apa:

Sicuramente questo racconto non vuole essere "la vita del mak", quella non può essre raccontata manco in dvd. Vorrei solo sottolineare uno spaccato di storia di Segrate attraverso il mio morboso rapporto con l'odiato-amato autobus 924.

Ed è una piccola e insignificante storiella se paragonata alle vastità del mondo in cui viviamo.

Apa ha detto...

È comunque una storia splendida.