sabato, settembre 11, 2010

Ritorno a casa

Torno a casa, incazzata, a pezzi. Mi viene da piangere. Che giornata di merda
Entro, butto la borsa e le chiavi dove capita. Sbuffo e bestemmio le 12 ore passate.
Poi sto un attimo in silenzio, e sento le voci.
Voci concitate, lontane, spezzettate. Cerco di fare più silenzio. No, niente, mi sono sbagliata.
In questa vita non ci sto, ma non sono ancora impazzita.
Lancio le scarpe a casaccio, maledico la tecnologia e l’ATM, trattengo una bestemmia e sento un “porcodio” vibrare nell’aria. Ma io non ho parlato.
Sento la realtà che si sdoppia, i miei pensieri e i suoni che se ne vanno per i cazzi loro, anzi i pensieri si fanno suono e non riesco a percepirne il legame, l’origine. Sono i suoni che creano i pensieri o i pensieri che generano i suoni? Non ho più il controllo delle cose, neanche della stanza in cui mi trovo. Sembra tutto così irreale, così perduto. Come in una guerra, in cui si lanciano messaggi che probabilmente nessuno ascolterà mai. Direzioni non percepite, istruzioni non seguite. Una trincea di linee parallele.
Poi di nuovo le voci.
“bravo”
“bradley”
“porcodio”

Ma che cazzo.

Sono quei quattro sfigati che giocano alla guerra da 4 posti diversi del mondo. Tutto per guadagnare un badge simpatia.

E non sanno manco premere Select.

5 commenti:

Ergonomico ha detto...

Col tempo, lo so, questo post mi rievocherà ricordi sopiti e mi farà ridere la risata dei bambini, gioiosa e piena. Ancora ed ancora ed ancora.

Soprattutto "Bradley".

Apa ha detto...

Vero.
Buffo come probabilmente non fosse nelle intenzioni di Hazey.

Montag ha detto...

Non tollero ingerenze nella mia vita privata.
Stai punito, soldato Hazey.

Ignazio ha detto...

Io avrei staccato la spina della play... così, per dispetto.. ma anche per divertimento.

Eheheheh :-P

hazey ha detto...

Sono di là che ciacolano di nuovo. Quasi quasi...