mercoledì, dicembre 16, 2009

L'uomo come pupa del cadavere



Per venire incontro ai vostri gusti ho inserito una bella immagine a inizio post.
Questo post doveva intitolarsi altrimenti, ma ho promesso a S.A.B. di usare il suo SMS di incoraggiamento come titolo. Non sono pessimista, ma di tanto in tanto anche io ho le mie inquietudini, mica solo Apa.

Al Razzi l'ultima volta che ci siamo visti gli ho detto che avevo paura di fare un Errore Grossolano.
Mi ha chiesto cos'è un Errore Grossolano e gli ho detto che è un gesto innocuo con conseguenze disastrose.

Togliere le gocce di pioggia dallo specchietto della vespa, salire sulla scala mobile con una scarpa slacciata, sporgersi dal balcone per curiosità. Cose che fai senza pensarci, senza sapere che quello è l'ultimo fotogramma.

Quello dopo, che non vedrai, è questo.
Primo piano su uno specchietto pulitissimo e poi lo sguardo si allarga su tutti gli altri pezzi della vespa sparpagliati sull'asfalto. E poi altri pezzi ancora, pure questi sparpagliati sull'asfalto, solo che sono rossi viola neri e bagnati e sono pezzi di te.
Fossero gialli e fatti a mattoncini avrebbero tutta la gioia del potenziale, di quello che possono diventare e invece così c'è solo la malinconia per quello che sono stati e non saranno più.
Il nostro corpo per certe cose non è molto pratico, non si smonta facilmente e quando si cerca di rimontarlo raramente funziona bene come prima, spesso non funziona proprio.

C'è questa canzone dei Crash Test Dummies (ironia del nome) che dice: "how come all my body parts so nicely fit together? all my organs doing their jobs, no help from me".
La contropartita per questo miracolo ingegneristico è un'estrema fragilità.
Sui siti che parlano di lana ho trovato questo avvertimento: l'infeltrimento è un processo irreversibile.
Il momento in cui premo il tasto di avvio sulla lavatrice ho condannato il mio maglione a essere un panno e mai più un maglione. Se prendi un uovo sodo e lo scuoti forte torna come fresco. Ma no, putroppo no.

Sono steso nel letto e dato che la tapparella non l'ho fatta mai riparare la luce entra anche di notte, quella dei lampioni. E sopra il mio corpo a mezz'aria immaginate questo disco metallico lucido e perfetto che riesco a vederci specchiati i miei piedi.
Un mese prima mia madre mi ha detto che il mio lampadario era caduto, fortunatamente non c'era sotto nessuno.
Avevo fatto fare questa lastra d'acciaio su misura: ottanta centimetri di diametro e un solo millimetro di spessore per moderarne il peso, non ero sicuro che il cavo elettrico avrebbe retto. E infatti.

Ma allora perché quel disco è ancora lì?
Un millimetro di spessore, cinque chili di peso, due metri da terra, acciaio inox. Visualizzo una scena da Papillon, la scena della ghigliottina e mi chiedo se sia questo il mio Errore Grossolano e mi dico che la moquette l'ho sempre odiata, ma che toccherà comprarla perché conoscendomi sarò troppo pigro per arrampicarmi sulle sedie quando non avrò più le gambe e già penso al Giappone e ai suoi tavoli bassi, penso positivo.


E' dunque questo il mio errore, The Big One?
Se così fosse vorrebbe dire che un EG (chiamiamolo così d'ora in avanti) non è necessariamente commesso l'istante prima dell'irreversibile, può essere un'azione o una scelta fatta tempo addietro che si rivela solo successivamente fatale.

Abbiamo quindi due tipi di EG quello esplosivo e quello incombente (Damocle la spada, io il disco).

Per quelli del primo tipo la letteratura è ampia, basta pensare che è stato istituito un premio annuale per i migliori. Ma potrei anche citare la scena che mi raccontò mio padre, a Pechino in qualità di architetto per seguire la costruzione della prima fiera internazionale delle macchine utensili, gli anni settanta. Il cantiere era grande e c'era questa costruzione in tubi che gli operai stavano smontando, guardando in alto a una ventina di metri dal suolo vede un vecchio cinese a cavalcioni su un tubo. C'è qualcosa in questa immagine che lo turba e non capisce cosa, una contraddizione visiva. Poi un brivido di sgomento: quel vecchio con la chiave inglese sta sbullonando il trespolo su cui siede e tra un istante precipiterà nel vuoto, una befana in stallo. Come finisce il racconto esula dal proposito dell'esempio.

Ho letto la prima metà di un libro di Chuck Palahniuk intitolato Cavie, ve lo posso sconsigliare dato che dopo l'introduzione la storia si trascina in ripetizioni irritanti e noiose.

Quello che mi interessa di questo libro è l'esempio di EG che ci racconta un personaggio di nome San Vuotabudella. Questo tizio parla di due fratelli appassionati di masturbazione. Il maggiore è in marina, sempre in viaggio per servizio ritorna periodicamente dal minore a raccontare strabilianti ed esotiche maniere di menarselo raccolte in giro per il mondo. Questa volta gli spiega come gli arabi si infilano una sottile bacchetta metallica nell'uretra con effetti sorprendenti.

Naturalmente il piccolo perverso vuole provare e una sera prima di cena gli viene in mente di prendere una colata di cera dalla candela che ha sul comodino e usarla come bacchetta.
L'esperienza è così sconvolgente che si dimentica completamente di essersi carotato il cazzo e quando si riprende è troppo tardi, la bacchetta è scomparsa.

Lo chiamano per cena e cerca di non pensarci più, ma nei giorni successivi comincia a provare dolori mostruosi e a tal punto insopportabili che decide di farsi portare dal medico. Dopo qualche esame si trova costretto a confessare tutto, ormai è in pericolo la sua vita, ha una palla di cera nella vescica che si sta gonfiando come un cumulo di neve assorbendo cristalli di calcio e conglomerandosi in un grosso calcolo. Non voglio nemmeno pensarci.

Tutti i risparmi per il college vengono spesi in una costosa operazione da cui esce umiliato, per uno stupido errore addio alla carriera di avvocato.

Per la cronaca anche San Vuotabudella ha la sua storia di masturbatore estremo, il suo numero lo fa sott'acqua sul fondo della piscina di casa dove se lo mena mentre la pompa dell'acqua gli titilla l'ano. Tutto bene finché a un certo punto, volendo riprendere aria, non riesce più a staccarsi dal fondo a causa di un serpentone bianco-azzurro che sembra tenerlo agganciato al buco della pompa. Facile da intuire quel serpentone è il suo stesso colon rivoltato come una seppia. Cito la soluzione al problema nel caso doveste trovarvi nella medesima situazione.

"Ecco quello che dovete fare: dovete come torcervi, agganciare un gomito dietro al ginocchio e tirare la gamba il più possibile verso la faccia. Poi cominciate a mordere e dilaniare il vostro stesso culo."

Risultato: niente più fagioli, carne, tonno, polenta, qualsiasi cosa con più di due ore di digestione e un fisico da campo di concentramento per tutta la vita.

Queste storie ci dimostrano che a volte l'anelito verso la felicità può far commettere una sciocchezza. Una mossa che ci sembra geniale nasconde in sé una trappola mortale.

E qui torniamo alla domanda che vi siete fatti all'inizio di questo post. So che ve la siete dimenticata, la domanda era: che cazzo è questa foto?

Questo post doveva uscire il 9 novembre, ventennale della caduta del muro di Berlino, ma quel giorno ero occupato a costruire bacchette in metallo e il resto del mese l'ho speso in piscina.

Guardate con attenzione questo filmato.




Ora tornate alla foto lì sopra e fissatela nella vostra mente.

Tanti sono morti tentando di scavalcare il muro di Berlino, quest'uomo invece ce la fa. Grazie al cazzo direte, una rete alta venti centimetri, un valico che in teoria doveva sorvegliare lui stesso. Trascuriamo il livello di eroismo dell'impresa e concentriamoci sul momento immortalato dalla foto: il punto di non ritorno.

L'apice del salto di Conrad Schumann è la vetta della libertà oltre la quale si apre la valle di una vita felice. Questo è quello che pensa il soldato Conrad quel ferragosto 1961 in quell'istante in cui lo vedete sospeso sopra il filo spinato.

Peccato che invece non sia la vetta della libertà ma uno storico EG del secondo tipo.
Infatti Conrad per trent'anni vive nella paura di essere punito e nel rimorso di aver lasciato amici e famiglia alle spalle.
Poi il muro finalmente cade e Conrad può tornare a casa dopo il lungo esilio.
Peccato che parenti e amici non siano dello stesso avviso, lui ha mollato loro e ora loro mollano lui, lui che è scappato, lui che ha tradito.
Il 20 Giugno 1998 il corpo di Conrad viene rinvenuto nell’orticello della sua casa a Kipfenberg, appeso a una corda. Conrad si è impiccato.

Questa storia oltre a rendermi triste mi ha molto turbato, tanto che ho avuto il bisogno di aprire le tende e condividere con voi le mie riflessioni.
E con questo il breve saggio sugli EG si chiude.

Ora cambiamo tono.
Volevo fare un piccolo regalo di Natale ai lettori di Aparazzi, chi sente di non meritarlo ha ancora qualche giorno per ravvedersi prima delle sante celebrazioni.
Si tratta di una playlist preparata secondo quel che mi ha dettato il gusto, potete trattare il mio gusto con famigliarità e non risparmiare critiche.
Le critiche le ascolto volentieri, poi mi volto dall’altra parte e per un po’ non vi parlo più.

Dopo il tradimento di last.fm, il fallimento di spotify, le occasioni mancate di blip.fm mi sono spostato su grooveshark e funziona benissimo. Funziona ovunque tranne che in Cina... ah no scusate Italia, volevo dire Italia.

Per i pochi rimasti in quel paese o che pensano di tornarci: qui trovate semplici istruzioni per aggirare la censura di Pechino.

Noterete che la selezione ammicca alla frocieria indiefolktronica quindi se non vi piace il genere ahimé sarà carbone.
Ho cercato senza sempre riuscirci di lasciare il recente passato alle spalle e di inserire qualche novità. Non la cresta dell’onda ma musica degli ultimi due tre anni, più qualche zombie a sorpresa.

Una panoramica di cosa aspettarsi:

MGMT - pericoloso ammetterlo ma penso che Oracular Spectacular sia l’album più orecchiabile degli ultimi tempi. L’equivalente del primo Franz Ferdinand. Tra qualche anno mi pentirò di averlo scritto e qualcuno andrà in giro dicendo che il mio gruppo preferito sono gli Arctic Monkeys (senza offesa Apa).

Lykke Li - una simpatica svedesina anche lei con un bell’album di debutto: Youth Novels.

The XX – molte aspettative su questo gruppo e troppa attenzione dei media, finiranno nel mainstream e l’unico loro album buono sarà il primo, quindi godetevelo.

The 1900s – relativamente poco noti, melodie allegre a plim plim plim

Jesca Hoop – amabile e poco coperta, se vi piacciono le donne approfondite

Darwin Deez – al limite della zarrata, ma indubbiamente abile. Amico degli MGMT.

Vampire Weekend – se siete stati esposti alle radiazioni a lungo quanto me saltate pure la traccia.

Final Fantasy – non ha ancora prodotto l’album perfetto, ma qualche canzone formidabile sì. Una sera ho giocato con lui a calcio balilla quindi lo metto dentro. I rockettari lo saltino.

The Fiery Furnaces – adorabili insopportabili, quando l’originalità estrema ti può anche rompere seriamente i coglioni. Impossibile ascoltare un intero album senza scagliare il computer dalla finestra. Ciononostante cara ti amo.

Little Joy e Albert Hammond Jr. – che fine han fatto gli Strokes? Ecco quel che ci resta. Comunque non male.

Grizzly Bear – una marea di fan su internet, tutti i critici a favore. La tecnica c’è tutta.

The Books – ho una fissazione per An Animated description of Mr. Maps, non so che farci.

Il resto commentatelo da soli.
Io vi lascio un comodo sondaggio per valutare l’impatto di questa aggiunta sonora al blog, niente risposte sagaci stavolta, mi spiace.

Ah, la prima canzone è dedicata a te, Apa.


6 commenti:

Apa ha detto...

Troppe cose da dire, visto il post lungo.

Quindi, per ora, solo "grazie" :)

byfluss ha detto...

Non lo leggerò mai.
Nemmeno sotto tortura.

Ignazio ha detto...

Ho letto tutto.

Perché ho letto tutto?.

Thesp ha detto...

Il potere della noia e la profonda stima che hai di me Ingazio, queste sono le ragioni.

hazey ha detto...

Grazie Fiodor!

S.A.B.))) ha detto...

Perchè sei sempre così Donnie Darko? Bravo Thespio.