martedì, dicembre 15, 2009

Favole e fantasie





Sono una persona, un giovane uomo, dotata di una spiccata fantasia.
Fantasia che ho imparato a regolare, controllare.
A tenere per me.
Con chiunque tu possa parlare, nessuno ti dirà mai che la fantasia non sia una qualità, una bella cosa.
Anzi, si stupiscono in molti, sorridendo, avendo però in viso un'espressione giudicante, tra il meravigliato e il biasimante.
Quel biasimo che viene dal credere certe cose fondamentalmente inutili.
Certo, non è come nei libri, come quei topos di letteratura spicciola, vedi Harry Potter, dove nel mondo si contrappone la squadra di chi abbraccia la fantasia in ogni sua forma e di chi la odia e la combatte.
Il mondo è molto più neutro.
Chi la loda e abbraccia apertamente, in genere loda e abbraccia la propria, e non gli garba molto la altrui.
Poi ci sono gli altri, che si sentono un gradino, o due, o tre, più in sintonia di te con il mondo. Con il "reale". Con la vita vera.
Sono quelli a cui la filosofia fa un baffo. Quelli che "belle storie, sì, ma la vita è un'altra cosa".

Ad ogni modo, io la mia fantasia ho imparato che è una bella cosa e che me la tengo per me.
Vado a letto e immagino le storie degli X-men che non ho mai scritto. I videogiochi che non ho mai inventato. Pagina per pagina di romanzi, fiabe, trame e dialoghi.
E mi piacciono le favole.
Trame possenti, archetipiche, vibranti.
La mia preferita è "I vestiti nuovi dell'imperatore".
L'ho sempre trovata moderna, viva, sanguigna. Vera.
Poi invece succedono cose che un po' ti colpiscono al fianco. Che ti fanno riflettere su quanto forse arrivi anche il tempo in cui una fiaba, una favola, non ci racconti più anche un po'di noi.
Nella favola, quando, a secondo delle tradizioni, il bambino, il pazzo, lo scemo del villaggio, gente la cui mente è ancora toccata dall'innocenza e dalla ingenuità, grida "il re è nudo", sveglia dal torpore le coscienze, è un allarme per tutti, accecati dalla paura, da quello che gli era stato ordinato di vedere, da quello che dovevano pensare.

Se vivessimo nelle favole, l'altro giorno, dopo la prima, dopo una pausa, sarebbe stato un tripudio di statuette del duomo, chiavi, monete, cellulari, scagliati, gettati, da mani gioiosamente risvegliate, da dita che ritrovano la lucidità, il gioco, quella innocenza infantile. Una festa, un rito collettivo di risveglio, di rinascita.
Invece è ancora inverno.
E venerdì dicono che nevichi.

4 commenti:

byfluss ha detto...

E potrebbe anche non smettere più.

Razzi ha detto...

Maroni: "Stiamo valutando ogni possibile iniziativa legislativa per procedere all'oscuramento di quei siti che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere, con effetti che tutti, purtroppo, abbiamo visto."

Chissà se un post così bello sarà oscurato...

byfluss ha detto...

Non vedo istigazione a delinquere, in questo post.
Solo un messaggio di speranza.

byfluss ha detto...

Comunque nella mia testa invece il fatto è stato archiviato come il gesto di un folle contro un povero vecchio.

Poi i dietrologisti possono trovarci la valenza che vogliono:terrorismo, ribellione, tragico epilogo, eroismo o quant'altro.

Se si fosse voluto fare qualcosa di eclatante verso questo governo o il Berlusca allora era molto più utile sparagli.

E, ricordate, lui come Moggi, sono solo la punta di un iceberg di merda che galleggia ormai da troppi anni sulle nostre coscienze di Italiani.