Stato di emergenza - omaggio a Ci-Pi
Sono le 15:27 di un mercoledì, e sono ancora in pigiama.
Il mio mese sabbatico si sta ripiegando su un lassismo proccupante.
Nonostante mi stia battendo strenuamente per evitare che il mio loculo di casa (17 mq) si trasformi in una succursale di un qualunque caravanserraglio, la moquette ha iniziato a luccicare. Per arrivare alla scrivania devo farmi largo tra fogli, pezzi di cartone, taglierini affilatissimi ovviamente aperti, gusci di nocciola, tappi misteriosi, pacchetti di sigarette vuoti e brandelli di cartine, colla. Credo di aver bisogno di una badante.
Fuori, nel frattempo, brilla una giornata blu e arancione.
Oggi questo palazzo ho raggiunto il suo 7° trasloco nell'arco di 2 mesi. Lo si capisce dalle bestemmie dei facchini che filtrano attraverso i muri di cartapesta, non c'è l'ascensore e le scale sono lì dalla rivoluzione francese, dettaglio apparentemente insignificante ma che prende un sapore tutto diverso quando si rischia di rompersi il collo a causa dell'irregolarità del rapporto alzata/pedata.
Detto ciò, corro grattare via quella colata di sugo di curry che si sta allargando sempre di più sul tavolo.
4 commenti:
I miei pigiami riuniti ringraziano per l'omaggio! Anche loro hanno subito diversi traslochi, circa 10..
Io ho sempre vissuto nella stessa casa. Ho le mie camere, i miei mobili, i miei panorami.
Traslocare è per i falliti.
Sempre con l'obiettivo di seminare caos e disperazione, eh Ale?
Avevo finito la zizzania...
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