venerdì, febbraio 27, 2009

Il pensiero suicida





Il pensiero suicida mi affascina e credo un po' mi appartenga.
Ma non lo posso sapere.
Mi spiego, penso spesso alla morte e vedo spesso il suicidio come un'ottima ultima carta da giocare, ma fino a che non farò parte della nutrita schiera dei suicidi, non penso di poter parlare con cognizione di causa.

Spesso sogno di essere morto o di morire. La cosa è nutrita da un senso di soddisfazione, di rivalsa a volte.
Condita dal dolore che lascio, assieme al vuoto, al dubbio, al mistero, al rimpianto.
Insomma è una sorta di autopompino, immagino. Una culla.

Il pensiero suicida è strano. Senso di colpa, disperazione, figlie di un senso dell'io smisurato e fragile, o si tratta di arrendersi, di debolezza? E il gesto stoico? La forza filosofica dietro un suicidio, dietro un atto assoluto.

Signori qui si scherza con cose più grandi di noi, e non lo si fa alla cazzo, come i preti, che al massimo lo fanno sulle vite degli altri o sul proprio pisellino e la di lui libido. Si tratta di giocare letteralmente con il fuoco.

Mi domando se alla fine il pensiero di un suicida non sia "Oh cazzo!"

giovedì, febbraio 26, 2009

Make-Off

Le donne ed il trucco ad ogni costo...

Sono sul treno Firenze-Pisa, ore 13.40, il treno è vuoto in principio, pochi minuti dopo arriva una donna
e tra una cinquantina di posti liberi decide di sedersi di fronte a me (e per "di fronte" intendo
che le sue ginocchia toccano le mie!")...sbatte il suo trolley plurimacchiato ed il suo beauty-case dritti contro il mio polpaccio!

Passano altri minuti, il treno accumula ritardo, si riempie fino allo strapazzo di ogni cappotto!

Ma ritorniamo alla tipa davanti al mio respiro, il quale si ritrae timido con la paura di annusare chissà quale spezia epidermica!
La donna in questione è bella piena, formosa (ma non nei punti giusti!), indossa dei jeans scuri, una maglietta corta di lana pelosa molto aderente, ha dei capelli scuri lisci a caschetto, pelle ambrata, avrà 38 anni, non saprei dire.
Ad ogni modo, non appena il treno comincia a muoversi, Lei inizia ad organizzare il suo banchetto dei trucchi, tira fuori ogni sorta di maschera facciale e non, la sistema in ogni millimetro di superficie disponibile e sicura intorno a lei.
Una minuscola boccetta di profumo con un nome esotico illeggibile sul ripiano del cestino dei rifiuti, ho carte da buttare, gliela sposto e mi lancia un'occhiata come per dire "me lo vuoi fregare????"...per carità!
Poi con le solite mani luridissime da mezzi pubblici, l'osservo mentre si spreme in una mano tanto fondotinta e se lo sparge precisissima in ogni punto strategico del viso, senza uno specchietto e voilà il suo incarnato diventa omogeneo e perfetto, senza calcolare i miliardi di batteri che fanno una gara di tuffi nell'intonaco sulla sua faccia!!
Nel frattempo scalcia come un asino contro i miei stinchi...io continuo a guardarla di striscio affascinata da questo esemplare sociologico, ma ammetto che stavo per scoppiare, a questo punto!
Un grosso pennello da fard fa la sua entrata, le cade spesso a terra, continua a raccoglierlo nella sua fretta di trasformarsi in chissà cosa, se lo stira per bene sugli zigomi, comincio a sentirmi un pò nauseata per la troppa mancanza d'igiene, però ancora non è finita!
Con le dita stende uno scuro ombretto dopo averle insalivate un pò, giusto per gradire!
Grosse trousse aperte in bilico fragile sulle sue cosce, finalmente vengono chiuse, mille colori vengono messi a riposo...
Il gran finale è: una spazzola gigante piena di capelli incastrati da incerta epoca che le liscia i capelli ad arte e finalmente pronta per qualche scopo importante, apre il suo giornalino di parole crociate e sbuffa di tanto in tanto attraverso il suo ciuffo calante!!!
Incurante della sua immensa maleducazione!

martedì, febbraio 24, 2009

Panaparazzi Japan - capitolo secondo





Capitolo secondo della saga, sempre Harajuku.

Appuntamenti fissi con ferretti abrasivi





E ovviamente la mia salute peggiora e ovviamente devo tornare a fare analisi. Come sempre la più interessante è il tampone uretrale.
Mi aspetta la mia amica, quella dottoressa espansiva, vecchia, bionda, truccatissima.
Oggi l'accompagna Paolo, sarà lui il testimone.

Battutine che si sprecano e poi si comincia ad ignorarmi e a parlare dei cavoli loro.

Vengo così candidamente informato dei disturbi gastrointestinali della dottoressa. Nei dettagli.
Frequenza (altissima), consistenza (bassa), intensità (alta) delle sue defecazioni. Ne parla tranquilla, quasi fosse orgogliosa.

Poi passa a me. O meglio a Jordan. Stavolta commenta, ma non capisco se parli a me o a lui.

"Bello. Eccolo bello. Bello e morbido. Sa tutto, lui."

Credi parli proprio a Jordan.
E sì, sa tutto, lui. E mi guarda con l'occhio triste di chi sta per subire l'ennesimo sopruso.
E io gli dico di farsi coraggio, che sono al suo fianco, e che se proprio si andrà a fondo, io sarò con lui.

lunedì, febbraio 23, 2009

Oreste e le occasioni sprecate






Oreste Lionello.

Lo sapete, l'avete sentito, e' morto.
Se non lo sapevate, lo sapete ora.

Maestro attore, grande doppiatore, comico sopraffino. Disse che avrebbe smesso di doppiare Woody Allen dopo lo scandalo della figlioccia, ma non lo fece.

Lo ricorderemo tutti per le sue grandi performance al bagaglino, la cartina di tornasole del fatto che in Italia la cultura di destra sappia creare solo merda al giorno d'oggi.

Bla bla bla, tante belle cose.

Ma la cosa importante e' che da gennaio che volevo mettere in piedi un bel progetto, un bel totomorte per il 2009. Se solo Razzi si fosse sbrigato a sistemare il sondaggio, ora non saremmo qui, con questa ennesima occasione perduta. Dopo Mino, Oreste.

E la gente sulla quale scommettere diminuisce, e il tempo passa e la cosa perde di significato.

Io sono anni comunque che me la gioco su Red Ronnie.
Quest'anno dico anche Mosca, Apa e Mazzone.

domenica, febbraio 22, 2009

Giro




Oggi aprivo la finestra e sentivo odore di fattoria, che più che odore è una puzza di animali e di stalla. Bello che io non sia mai stata in una fattoria. Cioè mica bello ma sono una ragazza di città invece ultimamente ho conosciuto persone che mi raccontano di aver vissuto in campagna nella natura e io che pensavo quando andavo a scuola che nella mia vita avrei voluto zappare la terra ma non so neanche tenere in vita una piantina di ciclamino. A volte esco dall'ufficio e sento odore di merda, una variante di quell'odore di fattoria o di stalla. Saranno i porci che camminano per strada. Invece nella sala del Cenacolo c'è uno strano odore di vecchio misto a magia. Quella roba dipinta sul muro è incredibile. Il terzetto che prediligo è composto da Giovanni, Pietro e Giuda ma solo perché i nomi sono famosi. Invece l'apostolo che mi piace di più nella sua reazione è Filippo, credo fosse lui. Si alza in piedi e già pensa di essere il colpevole, si porta le mani al petto e si indica, si dà la colpa. Chissà cosa aveva combinato. Chissà quanto bisogna scrivere nella propria vita per sentirsi meno in colpa, per farsi perdonare. Quel sano, salutare senso di colpa che si apposta sotto una pietra in attesa della ruota di una bicicletta.

sabato, febbraio 21, 2009

Nightmare before Easter





Ho fatto un incubo, un incubo ricorrente.
O almeno credo che lo sia, perchè quello è il retrogusto che mi ha lasciato in bocca...
Ma la natura del sogno è appunto quella di giocare con le nostre percezioni, ingannare le misure su cui basiamo la nostra stima della realtà.


Nel sogno dovevo arrampicarmi su una sorta di colonna di roccia. Dall'alto mi cadevano addosso delle creaturine strane. Gechi, lucertole, scorpioni, insetti. Erano blu, viola, gialli fosforescenti, e cadevano ad ondate, le schivavo a mala pena.
Man mano che salivo le ondate si facevano più intense, tanto da costringermi a scalare la colonna con un movimento a spirale, annaspando, soffocando in quello schiame luminoso, mentre le mie mani e i miei piedi si tagliavano e scorticavano sulla roccia.

Giunto alla cima, non ricordo cosa ci fosse. Poco dopo mi sono trovato in un locale di lap dance, dove ho trovato il cantante dei Killers che si masturbava nei pantaloni. Piangendo. Era una cosa mostruosa, dolorosa, angosciante. Sono scappato e ricordo poco oltre al panico, ai miei polmoni in fiamme, alla mancanza di respiro.


Vendo al miglior offerente due biglietti del concerto dei Killers.

mercoledì, febbraio 18, 2009

Le nuove tecnologie affettive







C'è poco da dire, ormai con i vari Social Network raccolgono talmente tante informazioni su di te che sono in grado di conoscerti alla perfezione. Sono cose che fanno davvero paura, il Grande Fratello di Orwell è davvero dietro l'angolo.

Stamane infatti ho ricevuto una mail da Facebook. Mi informava che aveva trovato un match perfetto per me, tramite una delle tante application, l'utente Meraviglioosaaaa 23.

Ecco come si descrive.


More About Me
mmm... lascio dire agli altri! ;-)
Hobbies / Interests / Activities
studentessa universitaria mmm... direi assolutamente calcio (MILAN) e moto, anke se nn me ne intendo (TIFO VALEEEE ROSSIIII) ..mi interesso a diverse cose ke nn conosco..
Favorite Music
decisamente house.. ma ascolto 1 pò di tutto.. anke italiana
Favourite TV Shows
mmmm.. ce ne sn 1 pò..
Favorite Movies
i film comici o drammatici.. guardo anke thriller ma detesto gli horror.. fondamentalmente x' me la faccio sotto.. solo la pubblicità dell'esorista mi ha terrorizzata!
Favorite Books
ce ne sn troppi.. ma uno su tutti è ..IL piccolo principe..
Favorite Quotes
impossibile da dire.. troppeeeee


Sono stupito, imbarazzato. Facebook sa leggermi dentro. La ragazza e' perfetta, anche se non ha specificato il suo amore per Storming Heights, uno dei miei libri preferiti. E spero proprio che tra le favorite quotes, le troppe favorite quotes, ci sia almeno un buon 25% di citazioni di Vasco.

lunedì, febbraio 16, 2009

Babuinette di San Valentino




Un momento musicale e romantico.



Bellezza e grande musica.
Erotismo e magia.

Vecchie nippomenate - Viaggio in Japan 2007





Io, Razzi, Pan.

PANAPARAZZI.

sabato, febbraio 14, 2009

Pelle di serpente






A volte lo devi fare.
Lo devi a te stesso, alle persone che inconsapevolmente fanno affidamento su di te.
Devi riscoprire quello che ti rende vivo, al suo nucleo. Devi riafferrare la tua vita.
Devi riaffermare la tua indipendenza dagli altri, da chi alla fine non si preoccupa per te, perchè non può o perchè non vuole.

Sotto la doccia la pelle delle schiena si levava a strati.

Devi cambiare, sta per cambiare tutto, accettare che sia finita sotto ogni punto di vista.

A volte lo devi fare, anche se non lo hai mai fatto prima.
Così l'ho fatto.
Mi sono una bella spuntatina ai peli del cazzo.

venerdì, febbraio 13, 2009

Occhio per occhio



La frasetta messenger di un mia amica in questi giorni è:

An eye for an eye makes the whole world blind.
(Occhio per occhio rende cieco il mondo intero - Gandhi)

Ho fatto dei ragionamenti, concludendo che Gandhi o era pessimista o non sapeva contare.

Ipotizziamo che Gastone e Peppino si cavino gli occhi a vicenda. Gastone ne cava uno a Peppino, che a sua volta lo cava a Gastone. Rimangono entrambi con un occhio solo.

Ora, il primo a fare la mossa successiva vince la partita. Cava l'ultimo occhio all'avversario e si mette in salvo, conservando parzialmente il senso della vista. E quell'uomo è certamente Peppino.

Perciò non è affatto vero che occhio per occhio renda cieco il mondo intero. Nella peggiore delle ipotesi il 25% degli occhi attualmente esistenti rimarrebbe incolume nella propria orbita. A meno che...

A meno che non si inneschi una reazione a catena, in cui tutti cavano gli occhi a tutti piuttosto che a uno soltanto. Chi riesce a mettere in salvo il proprio occhio unico dopo una partita, viene cioè attaccato da qualcun altro, il cui occhio unico viene a sua volta cavato da un altro e così via.

Finché non rimarrà soltanto Peppino, con il suo occhio solitario. Peppino Englaro.

giovedì, febbraio 12, 2009

Perdite





Pensando alla mia vita, non credo di aver perso molte cose.
Paranoico e nevrotico come sono controllo di avere con me chiavi, portafogli e cellulare almeno una decina di volte al giorno, con un personalissimo segno della croce che passa da patta, tasca, petto. Rapido, quasi impercettibile.

D'altro canto, tuttavia...
Ho perso la verginità a 14 anni. Ho perso spesso l'occasione di dire la cosa giusta al momento giusto, ancor più spesso ho perso l'occasione per tacere. Ho perso tempo, senza dubbio, ed è un mio costante rammarico.

Ma soprattutto ho perso cappelli.
Di lana, da baseball,alla moda, orrendi. Ne ho persi a dozzine.
L'ultimo? Stamane.
Un bel cappello di lana della Fenchurch.
Dimenticato sul treno, me ne sono reso conto poco dopo essere sceso. Risalgo, è già sparito. Maledetta Italia. Maledetti italiani.

E li ho perso l'abbrivio, ho sfasato la mia giornata di quei 5 minuti.
Coda a comprare il biglietto per la metro.
Coda all'ingresso della metro, dove un bambino rincoglionito con madre dall'intelligenza ornitica si ostina ad inserire il biglietto al contrario.
Mi si rompe l'iPod, mi si slacciano di continuo le scarpe.

Ho lavorato fino alle tre. Non sono di buon umore. Comincio a pensare che siano segni del destino. Comincio a perdere le staffe.

Poi sento una sensazione strana, nella manica del giaccone.

Il mio cappello di lana della Fenchurch, si era infilato lì.

Ah. Che bella giornata.

mercoledì, febbraio 11, 2009

Adesso tutto è chiaro

La realtà è l'architettura sulla quale una storia deve venir costruita. Su questa impalcatura, la narrativa può poi prendersi alcune libertà. Per quanto queste siano esagerate o eccessive, esse devono tuttavia sempre fare i conti con la struttura del reale. Quando questo non accade la storia perde di forza e si ha l'impressione che la narrazione non regga, che qualcosa sia improbabile o artificioso.
Tuttavia, pur dovendo venire a patti con la sospensione dell'incredulità, una buona storia presenta uno svolgimento perfetto. I vari pezzi del puzzle vanno ad incastrarsi perfettamente l'uno nell'altro e tutti gli interrogativi rimasti irrisolti trovano risoluzione. L'usufruitore, colui al quale la storia viene raccontata, si aspetta che tutto abbia un senso, che tutto segua una logica precisa e che tutti gli elementi presenti trovino la loro giusta collocazione. Nella realtà, invece, certi interrogativi non trovano spiegazione e restano perenni incompiuti.
A volte però anche anche nel mondo reale si hanno momenti di epifania. Momenti in cui si realizza lo schema che c'era dietro a tutto e, guardando indietro, si rimane quasi stupefatti di come certi dettagli insignificanti assumano tutt'altro significato.

2 maggio 2006 - Scoppia lo scandalo di Calciopoli.

Qualche mese prima, il 16 febbraio 2006, succede qualcosa che pochi si ricordano. Qualcosa che verrà poi riportato, 12 giorni dopo, anche su questo blog. Si trattava del primo sondaggio di Aparazzi un sondaggio che partiva da un video e poneva un lancinante interrogativo.



Ora che abbiamo il quadro completo, sappiamo che quest'uomo non era un folle ma sapeva di cosa stava parlando. C'era la Juventus di mezzo, c'era Moggi di mezzo e quella valigetta conteneva le sue intercettazioni.

lunedì, febbraio 09, 2009

Il momento oops della settimana





A chi non è mai capitato.

domenica, febbraio 08, 2009

Confine franco-spagnolo



Ultimamente ho una vita molto intensa. Raccolgo arance, pesche, ciliegie e conchiglie, le pere no, mi sono venute a noia ormai. Le rivendo sperando di saldare un debito con un procione mellifluo che si arricchisce alle mie spalle. Vado a pesca e catturo sperlani e sgombri, partecipo alle gare e colleziono trofei. Divido la stanza con tre individui che non conosco. Uno è arrivato un mesetto fa, l'ho incrociato oggi uscendo. Ma non ci parliamo mai, quando io sono sveglia loro dormono. Nella mia casa ho cose inutili e improbabili, orrende direi. Il pavimento minaccia di crollare e l'asteroide gira senza luna. Una perfida talpa mi maltratta se spengo la luce senza prendere appunti su quello che è successo durante la giornata. Ma lei non capisce che il mio lavoro di avvocato difensore mi prende la maggior parte del tempo, ho una sensitiva e un detective incapace alle costole e sono perdutamente innamorato di un procuratore vestito come un inglese dell'Ottocento. Nel tempo libero che mi rimane, pochissimo, faccio la batterista e ripenso a quando leggevo una pagina per intero e decifravo le ombre delle lettere sui muri.

mercoledì, febbraio 04, 2009

Movie cliché






Certi cliché pare esistano. Avete presente quello della ragazza carina, ma con gli occhiali e la coda di cavallo? Quella che il figozzo sensibile ma portato su una brutta strada dalle cattive compagnie di amici biondi e crudeli invita per scommessa al ballo della scuola? Quella che poi arriva e tutti dicono WOW perchè radendosi le sopracciglia, truccandosi, smettendo di indossare la salopette si vede che è proprio una "figa paura". (Perdonatemi ma ultimamente sto cercando di riallacciare i rapporti con Brescia, la mia città).
Ecco. Questa ragazza di cui parlo, esiste.
L'ho incontrata stamane in treno.
Goffa, impacciata, fisico che pare perfetto. Occhiali da sfigata, tutti colorati. Niente trucco, sopracciglia folte. Si siede. Legge. Libri. Prende nota su un quadernetto. Poi prende un quotidiano."Il sole 24 ore". Lo divora. Sorride, denti perfetti, sbadiglia, belle mani, begli occhi, quella bellezza sopita, addormentata da una sorta di inconsapevolezza, probabilmente quello che le ha permesso di diventare quella che a tutti gli effetti parrebbe una bella persona, una brava ragazza, una donna sensibile, che attende solo che qualcuno la faccia fiorire, come nei film, o che la soffochi ancora di piuù, come nella realtà.
Vorrei pensarci io, ma devo rispettare il mio stereotipo di biondo crudele, e di amici figozzi e sensibili non ne ho. Io conosco solo il Razzi

Piccoli blog crescono

Introducing "Sloganizer" il sito che si pone l'obiettivo di aiutare chi si trovasse in difficoltà nel tentativo di trovare uno slogan d'effetto. Eccovi alcuni eloquenti esempi:

Have a break, have a Aparazzi.
Kick ass with Aparazzi!
Aparazzi on the outside, tasty on the inside.
Let's Aparazzi.
Aparazzi, so what!
I want Aparazzi and I want it now.
Aparazzi? You bet.
Aparazzi, to hell with the rest.
Ooh la la, Aparazzi!

Sceglietevi il vostro preferito.

martedì, febbraio 03, 2009

Il ritorno




Intercettazioni






Parla anche di Moggi e della Juve, cose molto interessanti che possono anche levare qualche interrogativo che le prime sentenze possono aver posto.

Back to reality




Ok, finalmente direi che sono tornato sul serio.
Niente più abbonamenti settimanali, si passa al mensile. Alla routine. A nuove routine viste le simpatiche rivoluzioni regionali di trenitalia.
Acquisto comodamente l'abbonamento da casa.
Ovviamente non me lo posso stampare io, sarebbe troppo.
Ma posso, sempre comodamente, ritirarlo presso le postazioni SELF SERVICE delle principali stazioni. Un link bugiardo mi promette l'elenco delle stazioni in cui queste fantastiche postazioni dovrebbero essere attive, invece mi conduce ad altre pagine, ma non importa. Brescia di sicuro è una città attrezzata.
E infatti ce ne sono ben 4.
La prima smette di funzionare proprio quando la tocco.
La seconda è fuori servizio.
Faccio la coda per la terza,davanti a me un tizio cerca tutti i treni possibili per peccaccia. Che ovviamente non esiste.
Allora sfoglia ogni singola città.Pescara. Era Pescara.
Si studia l'orario. Per circa mezz'ora. E' uno di quei personaggi di cui intuisci l'intelligenza dalla nuca.
Decide che ne ha abbastanza degli orari per Pescara, si studia quelli per Bologna. Ma, ad un certo punto, come preso da una foga misteriosa, abbandona la postazione.
Ovviamente nel momento in cui preme ESCI, lo sportello, che sarebbe diventato mio, si trasforma in uno schermo rosso. SPORTELLO CHIUSO.
Chiuso? In Italia anche gli sportelli automatici fanno la pausa caffè. Infatti la prima postazione ha ricominciato a funzionare.
Ed è dove, dopo aver lottato con due saraceni, un lanzichenecco e un corsaro per la difesa della mia posizione nella nuova coda che si era venuta a formare, mi procaccio il biglietto. Il mio comodo, simpatico, tascabile biglietto cartaceoo di 30 per 10 centimetri. Giusto quei due cm in ogni direzione per non entrare in un qualsiasi portafogli. 110 euro ben spesi.

Il treno ovviamente è in ritardo. D'altronde nevica, ci saranno ben 4 cm di neve. E lo sanno tutti: "Neve" è solo il simpatico nome che diamo alla terribile piaga della "ACQUA GHIACCIATA". Fenomeno devastante, imprevedibile. Capace di mettere in ginocchio quasi qualsiasi sistema. E infatti il treno si ferma in mezzo al bianco, mentre, per contrasto, due posti accanto a me un giovane vecchio cambia sedile perchè non gradiva di essere seduto di fianco a una negra.

E la gente si domanda com'è che preferisco il Giappone.

lunedì, febbraio 02, 2009

E nuovi auguri





Nessuno di noi si è ancora ben ripreso dalla morte di Mino Reitano, lo so. Nessuno di noi ha propriamente voglia di festeggiare.
Ma oggi è il compleanno di Montag. Compie 19 anni. Per la seconda volta.
Mi piacerebbe spendere due parole per Montag, ma so che lui non me lo perdonerebbe.
E allora lasciamo che sia così, nel suo angolino, a scrivere frasi deprimenti sui post-it e ad attaccarli sulla scrivania. Lasciamo che Montag rimanga un piacere, un tesoro per pochi, fortunati, che lo conoscono e se lo sanno godere.

Per tutti gli altri, mi dispiace.

domenica, febbraio 01, 2009

I Believe I Can Fly

Ma...le tartarughe...volano???!!





LA GIORNATA DELLA MEMORIA.





Per non dimenticare.
Antonio Cacone.