Necessità
Ho un bisogno irrefrenabile di cantare "Ma la notte no" e Montag me lo impedisce.
Allora la canto qui nella mia mente e mi vengono in mente gli spettacoli che facevamo quando eravamo piccole, tipo a 6-7-8 anni io e le mie amichette.
Parlando con il padre di Gabriella qualche sera fa, è venuto fuori che sono stati loro, i genitori, a spingerci a organizzare questi spettacoli, perché loro si rompevano ad averci tra le balle, quindi ci misero in testa questi sogni di gloria autarchici.
E quindi noi bambine passavamo agosto a organizzare le scenette, le canzoni, i balletti, a creare i costumi e ingaggiare gli adulti ove necessario. Eravamo io con mia sorella (attualmente serio funzionario di Prefettura), appunto Gabriella e sua cugina Valentina, e Paola la cui madre suona la pianola ogni estate (cavallo di battaglia: "I just called to say I love you") e prima faceva la panzerottata d'estate, poi ha smesso.
Una volta partecipò anche mio fratello, ora noto come "Il Baffo", avrà avuto 5 anni, e si mise in fondo in fondo al prato, che era il nostro palco, a cantare "O bella ciao", ma si vergognava tantissimo e quindi c'era questo bambino minuscolo che non sapeva dire la erre e borbottava tra sé e sé questa angosciante canzone.
Ma i miei due ricordi più belli di questi spettacoli sono due.
Uno è la rappresentazione drammatica sulle note e parole de "Il pinguino innamorato", che racconta di un bel pinguino in frac innamorato della sua pinguina, molto carina. Il pinguino la corteggia, le canta la serenata di notte ma il papà della pinguina è geloso o comunque
non approva e quindi lo caccia via con la scopa. Allora il pinguino va via col cuore affranto e sconsolato e decide di spararsi un colpo in testa. Io ero il pinguino, mentre mio nonno faceva il papà della pinguina (ruolo affidato a Gabriella, che era la bambina più carina). Non so perché poi mio nonno si era messo uno scolapasta in testa per dare l'idea di un pinguino adulto e bacchettone.
L'altro ricordo è Ma la notte no. Noi cantavamo tutta la canzone con la musica di sottofondo e poi al punto in cui c'è la soprano che canta ("Giooornoooooo") arrivava il padre di Gabriella con la sua pancia, i baffoni scuri e le gambe pelose, ma con una parrucca riccioluta favolosa e in abito da femme fatale, che faceva la soprano. Fece una grande interpretazione. Solo che il figlio, al tempo aveva 3 anni, si avvicinò disperato al padre perché l'aveva riconosciuto ma allo stesso tempo ne era terrorizzato e iniziò a piangere come un poveretto.
Tutto questo perché non potevo cantare in libertà.
9 commenti:
Spero che un montone monti Montag.
Io no.
Lo diceva Nerudaaa, che di giorno si sudaaa!...
Rispondeva Picasso: Io di giorno mi scasso...
Gli assist sono stati fatti.
Hazey, fai goal, adesso!
Ma la notte no!
Siiiiii!!!! Ma vieniiiii!!!!!
L'ha fatto, l'ha dettooooo!!!!
Evvaiiiiiiiiii!!!!!!!
Montag, alla faccia tua!
Grande Hazey e forza montone!
Forza Montone!
Sulle note di Forza Panino di Tapparella.
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