Sono convinta che qualcosa dell'Italia vi manca. E' normale, è il richiamo della patria, del sangue, della pasta.
Non solo.
E' il richiamo del Silvio.
E' per questo che Peruzzo Editore ha pensato bene di far uscire in edicola - al modico prezzo di 9.90 euro - un libro fotografico dedicato al nostro Signore.
Comunque sarà mia premura omaggiarvi di una copia del prezioso volume, so che gradirete.
A presto, a soreta.
Dimenticavo, a breve un'altra uscita prestigiosa nell'editoria italiana:
L'Aparazzi Mix di questo mese è dedicato alle donne.
Il mio rapporto con le donne è iniziato per davvero solo il giorno prima dell'attacco alle torri gemelle. Fino a quel momento non conoscevo niente della figa, dal giorno dopo però avevo già capito che era una cosa pericolosissima.
Sì può dire che a scatenare la guerra al terrore sia stata quella voglia di qualcosa di buono a cui la contessa non sapeva resistere, quella voglia che io in veste di Ambrogio ho cercato di soddisfare.
Se facciamo un ulteriore passo indietro possiamo accusare di tutto quell'inconveniente un medico, uno in particolare. La settimana prima, preoccupato dei miei problemi di minzione che andavano aggravandosi, avevo preso appuntamento dall'andrologo.
La scena
Nella sala d'aspetto cerco di trovare un'analogia tra la parola minzione e la parola munzione, come se il vocabolo in sé possa contenere già la radice del problema.
Durante il colloquio mentre la mia intimità viene rispettosamente violata da questo erudito signore immagino le possibili diagnosi, una meno bella dell'altra.
Quando mi chiede se faccio sesso per un attimo ho il dubbio che mi stia per proporre qualcosa. Ai miei tentennamenti capisce che sono molto famigliare con la parola e molto poco con la sua manifestazione pratica. Come quelli di famiglia credente, ma che veramente in chiesa non ci sono mai andati. Magari sono passati all'oratorio, magari hanno sentito l'odore dell'incenso da fuori, ma pucciato il dito nell'acquasanta mai.
Il problema è quello dice, la mia prostata ha bisogno di allenamento e senza non mi devo aspettare che l'idrante continui a funzionare a pieno regime. Io cerco anche di spiegargli che l'allenamento lo faccio e diligentemente, ma non ce n'é. E' come essere campione al simulatore di volo e poi pretendere di manovrare un 747, bene che ti vada combini qualche guaio serio e ti fai male. Bam!
Ecco qua che il medico prende il foglietto intestato e scrive:
SCOPARE 2 volte / sett. x 12 mesi.
E io cosa posso fare se non fidarmi? Invito quindi un'amica a casa e le spiego la situazione, le mostro il foglietto timbrato e insomma se un amico non sta bene e lo puoi aiutare perché no. Così è iniziata la cura.
Certo è che il giorno dopo in quel crollo di proporzioni colossali io ci ho letto un messaggio, perché non poteva essere che un simbolo di castrazione. Ma la cosa che ancora oggi non ho capito è perché DUE? L'unica spiegazione che riesco a darmi è che qualcuno da qualche parte ne aveva combinata una uguale. Avrei quello che si direbbe in gergo tecnico un fratello di sperma simbolico.
Sulle parentele di sperma ci soffermeremo qualche altra volta, non immaginate nemmeno che grande famiglia siamo, concludiamo invece il discorso sulle donne.
Le donne che cantano sono sempre belle ed è facile innamorarsene anche se non sono proprio principesse. La cantante dei Gossip ad esempio rientra in una categoria sicuramente appetitosa, ma ad elevato rischio valanghe.
Ricordo una notte in un ostello di Amsterdam, molto prima della mia storia, avevo incontrato un brasiliano venuto a visitare le bellezze locali del distretto rosso. Ecco lui dice che fare all'amore con una donna grassa dona un piacere doppio.
Il primo quando lo fai. Il secondo quando si leva.
Ora potrà sembrare dal mio discorso che stia mettendo in secondo piano i valori intellettuali delle nostre compagne di vita, ma non è così. Se qualcosa di cattivo ho detto diamo la colpa alla mia profonda paura di confrontarmi col bagaglio affettivo delle relazioni uomo-donna.
Se non basta diamo la colpa anche a Internet e a come mercifica la femmina. Se riesco una volta invito anche un esperto per entrare nel dettaglio.
Tornando al fascino femminile vi devo dire che Parigi è una pessima città per essere fidanzati, anzi potrei consigliarvi caldamente di venire a visitarla ogniqualvolta siate in procinto di intessere una nuova relazione.
Quando dicono che è la città degli innamorati parlano della metà maschile della popolazione, appollaiata sui seggiolini fuori dalle brasserie a contemplare il vento di gambe, profumi e crine che invadono la primavera parigina. Non a caso è la città degli artisti, ogni momento un'ispirazione ti viene addosso a spettinarti il cervello.
La musica di questa compilation è stata scelta con molta meno perizia della precedente e quindi mi aspetto che riscuota maggior successo. Il sondaggio invece vi mette al centro dell'eterno dibattito su quale parte del manzo sia la più pregiata, così riportiamo il livello del sondaggio a un piano più famigliare al lettore medio.
Se qualcuno avesse bisogno di una prescrizione jolly credo di poter recuperare il numero del mio andrologo. Fatemi sapere.
Vi siete mai chiesti cosa succede quando Daltanious incontra qualcuno che è sia debole che stupido? Perché la sua canzone dice questo:
odia gli stupidi aiuta i deboli dagli invasori ci difenderà
Di fronte a questo dilemma cosa fa Daltanious? Lo schiaccia come un insetto o scioglie dolcemente il suo pugno in una mano amica? Quale etica anima un robot da quarantamila tonnellate? Diventa importante ricordare che dentro a quel colosso di metallo batte un piccolo cuore umano, sì pieno d'amore, ma infiammato anche da passioni brutali.
Il sondaggio di questo mese insegna a riconoscere l'ordine naturale e l'ordinamento sociale di Aparazzi.
Riguardo all'ordine naturale conforta la specularità con il mondo biologico. Nella nostra valle prosperano carnivori, erbivori e un sottobosco vegetale che vive bene fintanto che il sole sorge e qualche goccia d'acqua arriva al suolo.
Nell'ordinamento sociale si conferma quello che molti hanno appreso inconsciamente da tempo: siamo una monarchia. Il monarca regna e tutte le monete hanno la sua faccia, attorno uno stretto anello di aristocratici detta le regole e decide quel che è bello e giusto, a margine della sala un personaggio illuminato proietta silenzioso le sue aspirazioni e fuori oltre il perimetro del potere e del sapere gravita e si dibatte la folla indistinta.
Una folla di deboli, una folla di stupidi e una folla di individui doppiamente dotati.
Vi suona razzista, cinico, arrogante? Tutte e tre le cose? Se avete risposto sì consolatevi con l'acquisita conoscenza che vi salverà la vita: quando alzando lo sguardo capirete che ciò che vi ha tolto il sole non è un albero o un palazzo e i suoi occhi gialli vi fisseranno immobili, in quel momento saprete leggere oltre il metallo il suo umano dilemma e prima che il verdetto cada sarete fuggiti lontano, sottoterra.
Non bastasse la consolazione ricordiamo che questo blog si fonda proprio sul razzismo, sul cinismo e sull'arroganza, insomma sul male in generale. Non si spiegherebbe altrimenti in alcun modo la fotografia del Razzi spalmato di cheddar. Se qualche esegeta arriva a conclusioni diverse si faccia pure avanti.
Per provare comunque la larghezza delle mie vedute, aprirò il ventaglio delle intepretazioni così:
Versione 1 Di cosa ti nutri?
Sono carnivoro: 9 (40%) Sono erbivoro: 11(50%) Non rispondo, sono una pianta: 2(9%)
Versione 2 Se fossi nato nel medioevo saresti:
A corte: 9 (40%) Servo della gleba: 11(50%) lo scemo del villaggio: 2(9%)
Versione 3 Hai buoni gusti?
Sì: 9(40%) No: 11(50%) Mi piace Internet Explorer: 2(9%)
Tempo fa la mia ragazza stava dando un esame di sociologia su un certo Pierre Bourdieu. L'autore parlava di arbitrarietà della cultura, affermando che la cultura dominante è una cultura arbitraria, una cultura imposta dalla classe dominante attraverso quella che chiama una violenza simbolica.
[..] una violenza "dolce", invisibile, che viene esercitata con il consenso inconsapevole di chi la subisce e che nasconde i rapporti di forza sottostanti alla relazione nella quale si configura.
Quello che stiamo cercando di fare qui è proprio questo: violentarvi dolcemente. Stiamo spruzzando l'aria di un profumino talmente lieve da rimanere impercettibile ma diluendo l'operazione nel tempo e con pazienza riusciremo a sostituire completamente la vostra atmosfera, senza che ve ne accorgiate.
E allora i vecchi amici verranno a trovarvi ma non sarà più lo stesso, sarà come aprire la stanza in cui il Razzi è chiuso da otto ore a lavorare. In mutande, con un cimitero di sigarette spente e una birretta in mano, sarà un odore insopportabile: l'odore della classe dominante.
Quante volte abbiamo punzecchiato il Razzi? Quante volte lo abbiamo bacchettato per la sua latitanza? Una latitanza che, ci tengo a dirlo, fin troppo spesso aveva il sapore del menefreghismo. Che fossero richieste gentili o feroci sfoghi, lui ha sempre continuato sulla sua strada, insensibile ai richiami, strafottente. Neanche il disperato grido "Razzi merda" l'ha scalfito, continua con il suo distacco, con la sua assenza fatta di silenzi, di non-post. E che amarezza dover subire questo vuoto, questa gelida indifferenza.
Oggi, 29 Gennaio, in corrispondenza del suo compleanno, si squarcia il velo di falsità e finalmente molte cose cominciano ad avere un senso. Il Razzi si serve di un artificio, simula distacco ed apatia per non dover confessare ben altro segreto. Per lungo tempo, grazie all'alto livello culturale del blog, la dissimulazione è riuscita, ma oggi cala il sipario sulle sue bugie, oggi sappiamo.
Il Razzi non può partecipare assiduamente al blog in quanto sta partecipando al Grande Fratello sotto il falso nome di "Mauro". Si trucca per apparire più bello, indossa una parrucca e imita l'accento veneto, ma le espressioni, il savoir faire, la classe, l'eleganza lo tradiscono. Quello è il Razzi.
Non ho fatto a tempo di levare il cartone dalla finestre e mettere delle simpatiche tende nere che già un'allegra famigliola si è trasferita nell'appartamento a fianco.
Con una piccola mossa ho rivalutato il valore degli immobili della zona.
Il Cardinale Bagnasco, di cui abbiamo un'immagine in un momento casual in cui rifletteva sulla fame nel mondo, ha detto "la Chiesa non è un dato sociologico, ma un mistero".
Credo che sia la prima volta che un truffatore professionista ammette che il proprio raggiro stupisce anche lui nei risultati, ben oltre lo sperato e persino l'umanamente concepibile. Qualcosa che, a essere pessimisti, toglierebbe la fiducia nelle capacità dell'essere umano, nella sua intelligenza e capacità di scelta. Ma un ottimista, probabilmente, si ferma solo a "mistero", incomprensibile.
E allora, siamo solo a gennaio, un po' di ottimismo.
Il fatto che ci siano milioni di persone che seguano i dettami morali di una casta di gente che si veste in modo bislacco, che professa fatti scientifici e storici smentiti in modo inconfutabile, che nega gli istinti umani, che ha fatto dell'arricchimento e dell'immoralità lasciva e nascosta un proprio marchio di fabbrica, che si vanta di essere in contatto con un essere invisibile onnipotente, che combatte la fame del mondo a suon di preghiere avendo a disposizione uno dei più grandi patrimoni immobiliari del pianeta... beh, è un mistero, dai.
Ecco un'altra cosa che accomuna Chiesa e Berlusconismo. I misteri.
Ci sono meccanismi profondi e che spesso sorvoliamo. Che non siamo in grado di afferrare quando, con un pizzico di supponenza, forse, riflettiamo sui noi stessi, sul nostro cervello. O sul fatto stesso che si riesca ad attribuire alla propria mente un concetto che è terzo, rispetto a quello del proprio io. Magari senza soffermarsi a riflettere su come questo implichi che noi si sia altro, che l'io sia diverso dalla nostra mente. Cosa è allora? E la risposta viene semplice: anima.
Ma divago. Si stava parlando di quei delicati, inconsci interruttori tra causa istanza e riflesso che si celano in noi. Come istinti primordiali, come reazioni affinate. Ma che a volte sai riconoscre. Come mi è capitato recentemente. Una vera e propria illuminazione. Grazie alla quale ho capito che non ce n'è.
Non ce n'è come scivolare e rovinare a terra, appena messo il piede fuori dalla doccia, per spingere un uomo a comprarsi un tappetino da bagno.
Una di quelle correlazioni causa/effetto che la scienza non sa ancora spiegarci, che i relativisti riconducono a piccolezze. Quisquillie. "Meccanismi".
Ma io una parola ce l'ho. E questa parola è Dio.
Dio mi ha fatto comprare un tappetino per il bagno.
E, da gentiluomo quale sono, ho deciso di sorvolare sul fatto che anche il livido che ho sul culo sia da attribuire allo stesso.
Entri a far la spesa e te lo trovi lì. "Nuovo". Chocolate sparkling.
La bibita di San Valentino. Qui le ragazze a San Valentino portano del cioccolato ai ragazzi. Quindi il cioccolato è un po' l'elemento che definisce San Valentino.
Lasciatemi fare due specificazioni a prescindere dal periodo, specificazioni che mi riprometto poi di approfondire in altrettanti post:
1 - Qui il cioccolato sembra essere una questione importante. 2 - Qui c'è sempre una festività in corso.
Ma torniamo a Chocolate sparkling. Lo trovi lì, con la scrittina gialla che dice "NEW". E pensi, ma come cazzo è possibile che questi hanno creato una cazzo di bibita al sapore di cioccolato. Esatto: pensi "cazzo" due volte.
Una "coca cola" al gusto di cioccolato.
Fondamentalmente le idee che si susseguono nella tua mente si alternano tra "è disgustoso" e "non ci posso credere".
E come sempre, è la tua incredulità che la fa da padrone, e la giusta conseguenza e l'acquisto. E ancora una volta l'hanno vinta loro, e lo sai mente paghi quei 147 maledettissimi yen.
Scusate per il video mirrored ma non avevo cazzi di sistemarlo. E poi è un po' la sua bellezza.
Forse ve ne ho già parlato, ma ogni tanto mi torna in mente questa mia caratteristica che mi fa riflettere.
Come ora, che è appena successo. Ho appena parlato al telefono con la mia commercialista che mi ha chiesto di me, di come stavo, di cosa avrei fatto nel Week End. Allegramente ho risposto, facendola ridere raccontando del mio raffreddore e del mio piano di comprarmi al più presto delle tende. Più per sopravvivenza e buon vicinato che per altro, visto che da un mese e mezzo ho messo del cartone alla finestra di camera mia, a mo' di schermo, e da un lato a me sembra di essere un po' troppo bohémienne, dall'altro posso solo immaginare cosa possano pensare di questo gaijn, arrivato da due mesi, che si è messo del cartone alle finestre. Perchè ovviamente loro non possono sapere che me ne sono poi stato in Italia per la maggior parte del tempo. Ad ogni modo, due battutine e ci salutiamo.
E io non le ho chiesto niente. Nulla di nulla. Nè come sta, nè cosa fa.
E mi rimane il dubbio se sia perchè in fin dei conti sono una persona onesta, che evita di fingere interesse nelle faccende altrui se non ne ha. O se sono una persona di merda, che trova molto ovvio che la gente si interessi a lui, ma non altrettanto preoccuparsi in prima persona degli altri.
C'è, su FB, un fan che per circa un mese, si è iscritto e disiscritto di giorno in giorno.
O almeno così mi piace credere visto che non ho visibilità su chi si iscriva, ma solo sul numero degli iscritti, e per un mesetto abbiamo oscillato tra 102 e 101.
Ora è sparito da tre giorni.
Non so chi sia, ma mi ci ero affezionato e mi sto preoccupando. Non è che qualcuno di voi può rintracciarlo? Trovavo consolante avere un numero di fan uguale al mio numero civico giapponese.
Nella mente umana esiste di sicuro un concetto di limite, e di suo superamento, legato ai piaceri, ai vizi, alle lordure. Spesso non chiaro, spesso non palese, ma basta farlo emergere. Tutti noi abbiamo esperienza di cose, azioni, che mai avremmo pensato di provare in vita nostra. E la nostra moralità, la nostra abitudine si spostano di passo passo con esso. Per dire, la prima volta che si mangia qualcosa, che si scopre un gusto e al quale poi ci si affeziona.
O la prima volta che Razzi ha pisciato nel lavandino, evoluzione della storica pisciata nella lattina, o Rudy nella doccia di Ergo, con fatali conseguenze. O la prima volta che Fiodor si è defecato in mano per tastarne la consistenza. Tutte cose che di sicuro li avranno disgustati, fatti sentire in colpa le prime volte, ma che con il tempo sono diventate viziose abitudini. Quel colpevole senso di piacere e carnalità che li ha spinti a riprovarci. Inconsapevolmente.
Io, ieri, ho vissuto uno di questi momenti con lucidità. Malato, senza posate, in assenza di cibo. Ho cenato seduto a terra mordendo direttamente la forma di grana che mi sono portato dall'Italia, bevendo birra dalla bottiglia. In un attimo mi ha colpito tutta la consapevolezza del momento.
Sarebbe interessante vedere che sorta di "uomo nuovo" potrebbe emergere da un continuo sondare di nuovi abissi e di nuovi slittamenti morali.
Da questo punto di vista il berluscanesimo e Buffoli sono dei fenomeni apprezzabili.
Parto. Ho dimenticato qualcosa? Sono sicuro di aver dimenticato qualcosa. Pare che non abbia dimenticato niente. Zero traffico. Zero fila al check in, domanda bizzarra "lei quando ha intenzione di tornare dal Giappone?" Aereo JAL e non Alitalia, ottimo. Nessuno seduto di fianco a me, ottimo. Film che non ho visto, uno è Up, come avevo previsto, bello. Cibo decente. Dormo poco ma il tempo passa veloce. Il mio corpo si deve essere abituato ai viaggi lunghi. Non mi sento sconquassato, fuori fase. Arrivo e passo alla dogana. Neppure una domanda. Il cinese prima di me ha fatto tante cazzate che il poliziotto non ha voglia di farmi questioni. Tipo che ho 4 viaggi e lunghe permanenze in Giappone. E una sfilza di carte in tasca che partono dal fermo e ufficiale e arrivano al triste e supplichevole. Ogni mezzo lecito per convincere i giapponesi a farmi entrare. Beh, rimangono in borsa, non mi servono. Scendo, al ritiro bagagli, pausa minzione, esco e mi hanno già sistemato il bagaglio in zona apposita. Ringrazio ed esco. Narita Express, parte due minuti dopo che sono arrivato al binario. Stazione di Tokyo, trovo subito un taxi che con metà di quanto avevo preventivato mi conduce senza problemi a casa mia, cosa rara per il Giappone.
La casa è intera. Funziona tutto. Stranamente c'è lo stesso caos in cui l'ho lasciata e mi rincuora. Doccia bollente. Seduto sul letto.
E ora?
P.s. Nella foto pacate manifestazioni di gioia del popolo autoctono al mio rientro.
Il Governo sta varando un nuovo piano di rinnovo e costruzione di nuove carceri, per migliorare l'efficienza e la vivibilità di edifici ormai giunti al limite.
E' la prima volta che mi trovo a sperare che sia una legge ad personam.
Ieri era il compleanno di Aparazzi. E nessuno che ha fatto post celebrativi, auguri, nulla. Neppure un post che alludesse alla labilità della memoria umana.
La memoria ha le proprie ragioni. Una è evitare revisionismi. Ma oramai, in un paese in cui non esiste vergogna, non esiste indignazione, ma solamente il "ma voi allora...". Come se esistesse un "voi" per forza. Come se la responsabilità non esistesse più, politica, istituzionale, personale.
Come in un paese morto. Un paese di pecore. Pronte a seguire il duce e poi a impiccarlo nudo in piazza. Pronte a lanciare monetine, e poi a criticare i detrattori della figura politica di Craxi, morto latitante nella propria villa, se solo il capetto dice di fare così. Se solo i capetti danno il nome di Craxi ad un parco.
Io, comunque, mi trovo d'accordo con la giunta milanese. In questo paese di corrotturi assenti giustificati, di mafie, mafiette, ceroni, scandali preconfezionati, di crisi mai arrivate e già passate, mi sembra solamente adatto che i nostri parchi abbiano il nome di un criminale. Tanto per ricordarci di quanto siamo caduti in basso mentre facciamo cagare il cane e fingiamo di raccoglierne gli escrementi.
Capitano momenti di intimità imprevista. Tipo che passeggi, fai shopping, approfitti dei saldi. Entri in un negozio Calvin Klein.
Ti avvicini all'espositore, e ti accucci, mentre scegli un paio di boxer a righine. E specularmente, alla tua destra, un tizio, uno sconosciuto, un estraneo fa esattamente lo stesso gesto.
E si volta.
In quell'attimo, in quell'istante. Con la mano che posa sullo stesso modello, sulla stessa taglia, su una diversa confezione. E quello sguardo.
Quello sguardo indescrivibile. Quello sguardo che dice, non so come ti chiami, non so nemmeno chi sei, ma so che mutande indosserai.
Un legame leggero ma indissolubile tra due uomini che amano ammantare i propri gioielli con mutande Calvin Klein.
Nuova rubrica fotografica dedicata a quelle situazioni che non hanno ragion d'essere ma sono. La contingenza. L'ενδεχόμενων. La mano invisibile del caso. Il caos che non lo è.
Devo masticare bene. A lungo. Devo masticare bene perchè facilita il lavoro dello stomaco. E se faciliti il lavoro dello stomaco poi, ovviamente, semplifichi quello dell'intestino. Che poi non si ripercuote sulla testa. E' tutto connesso. Tutto in delicato equilibrio.
Il mio corpo comincia ad essere un po' troppo impegnativo per i miei gusti.
Sono sicuro che entusiasmerà i più pigri tra noi e chi, tra i frequentatori del blog, ha sempre avuto una particolare attenzione per la propria immagine.
Ho le unghia lunghe, dovrei tagliarmele. Voi come ve le tagliate? Io uso il tronchesino.
Noia. "Passeggio" su Facebook.
E mi rendo conto. La mia vita è troppo noiosa, la sua piattezza risalta se la paragono a quel che succede su FB.
C'è chi è "Inferno e paradiso". Chi cerca una modella. Chi riflette sulla propria carriera d'artista. Chi ha le palle girate. Chi ha voglia di mangiarsi una bella pizza. Chi si fa un bel bagno. Chi si frusta le sinapsi. Chi ama maggiormente assistere alla propria vita ritenendo quasi impropria ogni ambizione a viverla, come se osservasse il destino nel modo in cui i più sono soliti osservare una giornata di pioggia. E chi si iscrive a "NON MI INTERESSANO 7 VITE ME NE BASTA UNA MA VISSUTA A MODO MIO!!", un poderoso segnale.
E capisco quel di cui ho bisogno. Devo diventare un power user di FB. Cambiare status ogni due minuti con frasi gagliarde, acide, piccanti e provocatorie. Postare foto di gatti. Dire a tutti quando vado a fare la doccia, cosa compro per cena, il mio stato d'animo del momento e, fondamentalmente, tutte quelle cose che a malapena direi a persone fisicamente presenti. Devo condividere l'assenza per renderla presenza.
Forse solo così la mia vita avrebbe finalmente significato.
Ieri sera la famiglia che vive sopra al mio appartamento ha deciso di dare una piccola festicciola per salutare l'anno nuovo.
Un party intimo, morigerato, giusto una trentina di persone. Un party intimo, morigerato ma soprattutto organizzato per stanze.
Camere da letto: gara di tip tap, canti natalizi, scotennatura dei maiali, Gigi D'Alessio. Cucina: tarantella in loop con ballo annesso, martellate, lancio a caso di bicchieri e bottiglie. Salotto: musica unz unz, canti gospel (come il celeberrimo "bevilo, bevilo, bevilo"), urla tratte dal libro della giungla. Pianerottolo: edizione 2010 del Ruttosound (gare di lunghezza, potenza e interpretazione).
E' stato tutto molto bello. Mi è sembrato di essere lì con loro, sommersa dalla musica e dalle voci piene di gioia e energia. Persino le pareti manifestavano il loro coinvolgimento emotivo.. vibravano come vibrava la sedia che ospitava le mie terga. E in tutto questo lieve movimento ondulatorio solo una cosa risultava netta. Chiara. Roteante.
Le mie palle che giravano vorticosamente.
Ora. Posso sopportare il cucù che la nonna ripete dalle 8 alle 22 al suo amato nipotino, intervallato alle ore pasti dal simpatico motivetto "mangia, non avere paura, mangia!). Posso sopportare il moccioso che piscia nell'ascensore ogni giorno. Posso sopportare che gli adulti facciano andare a fuoco il tetto di casa ogni anno (e poi i pompieri - diciamolo - sono un sempre un bel vedere).
Le feste tribali però no. Dopo 3 ore e mezza di tarantelle cazzute e urla agghiaccianti ho partorito la mia vendetta. Così stamattina, alle nove in punto mentre la casa era sommersa dal silenzio comatoso, quando ancora aleggiava nel palazzo un fetido alito etilico ho messo su Rock Band Beatles. A tutto volume. E ho risvegliato i vicini con la seguente scaletta:
good morning good morning, helter skelter, hey bulldog, I wanna be your man.
Dopo 30 minuti erano in piedi, probabilmente incazzati neri.
E' stato tutto molto bello. Oserei dire appagante come lo può essere, presumo, una pisciata in ascensore. Maledetto marmocchio, lui sì che sa godersi la vita.