Oggi vi racconterò una storia, una delle tante, qualcuno l'avrà già sentita, ai più risulterà nuova.
Non è la storia di quando mi hanno rapito, non è neppure la storia della rissa.
Questa è la storia della miniera di salgemma abbandonata.
La dedico a Kevin.
Avevo circa 14 anni, credo. Forse ero persino più giovane, visto che mi ricordo che i miei genitori non avevano ancora divorziato. Andavo, all'epoca, a fare giochi di ruolo dal vivo, vestito con simil armature, maschere da mostro, spade che altro non erano che manici di scopa imbottiti. Andavamo a vivere storie di draghi e fantasmi sui colli, sulle montagne, se non fosse stato folle sarebbe pure divertente farlo ora, fare due passi in boschi semisconosciuti, scoprire rocche, castelli... miniere abbandonate di salgemma.
Per la cronaca, andavo con adulti che pensavo sapessero cosa stavano facendo.
Spesso preferivo fare il mostro, il nemico, quello che compariva qua, si faceva ammazzare, ricompariva di là, si rifaceva ammazzare. Mi piaceva vedere quello che succedeva dietro la storia, un poco mi intimoriva viverla in prima persona. E venne il giorno in cui il master, l'arbitro supremo, mi disse: "tu fai il necrospettro".
Mi vestii di tutto punto, maschera orrida, tunica bianca, mani artigliate, piedi terrificanti; e mi nascosi all'interno di questa miniera di salgemma abbandonata. In mente avevo le parole del mio master "Ricorda, il necrospettro è immune alle armi non magiche, non indietreggiare, non possono ferirti".
E io, sghignazzando, ridevo nell'ombra. Sudando copiosamente sotto la maschera in gomma, respirando la polvere umida di quel posto, in un buio caldo e umido, come il ventre di un animale. (O una vagina, questa l'ho aggiunta per il Razzi).
Era caldo e buio, dicevo, e io aspettavo. Ad un certo punto, un lampo. Una torcia. Delle voci in lontananza. Era Ivan (aveva un nome del genere il tipo), un guerriero, nel gioco e nella vita. Adepto in un paio di arti marziali letali e illegali.
E io ero lì, attendevo, sogghignavo, al buio. "Lui non ha armi magiche". E sogghignavo.
Arriva il mio momento, si avvicina, esco allo scoperto, mi muovo lento, come un bravo Necrospettro. Ivan si spaventa, poi si prepara, non gli sembra vero: un colpo facile, affonda!
Nulla, non arretro. Affonda di nuovo! Nulla, avanzo, sogghignando sotto la maschera. Da sopra (eravamo abbastanza in profondità) si affaccia il visto rubicondo del Master "Il necrospettro è immune alle armi non magiche e difende il suo tesoro".
Ivan è alle corde, ma ci vuole poco perchè la situazione si ribalti. Se è vero che il Necrospettro è immune alle armi non magiche, non è altrettanto vero che Apa dentro al Necrospettro sia immune alle mazzate. E inizia a riempirmi di fendenti con il suo manico di scopa imbottito di gomma e allora sì, comincio ad arretrare. E arretro, arretro, arretro... fino a quando il mio piedone di mostro immune alle armi magiche non trova il vuoto di un pozzo, e cado. Due, tre metri di volo di caduta sul salgemma.
Sono stordito.
Sento una voce in lontanza che esulta "Ho trovato il tesoro del necrospettro!".
Rifletto "Che fortuna essere immune alle armi magiche, avrei rischiato di farmi male con la caduta".