sabato, agosto 05, 2006

Parole affidate ad un domani sobrio

Mi sembra di essere in un'altra casa.
Mi sembra che dietro di me lo spazio si distorca, si estenda e deformi.
Mi sembra di essere più stretto e che il mondo sia più largo, pur mantenendo le esatte proporzioni.
Mi sembra che il pc su cui digito sia enorme, e benchè sia sul tavolo, mi sembra di percepirne il peso, diffuso sul corpo, come se avessi acquisito un nuovo senso.

Due Bloody mary, del rhum e altre sostanze dicono che il mio amico Lex stasera non fa per me.

Non mi sento felice, ma non ho paura, e credo forse sia la cosa più vicina alla felicità a cui possa giungere un uomo nella propria vita. Anche se non aver paura significa non amare. E io in questo istante non amo nessuno.

3 commenti:

Ergonomico ha detto...

Hai dunque raggiunto il settimo senso dei cavalieri dello Zodiaco? Finalmente possiamo tentare l'impresa "Grande Tempio", prenota i biglietti per Atene. Io ho finalmente riparato le armature, non sto a dirti la menata.

byfluss ha detto...

Apa se le è bevute, le provette, dopo essersi calato due o tre ossa del Piccolo Chirurgo.

Jarman ha detto...

> Non mi sento felice, ma non ho paura

Buono a sapersi, Mon Empereur Napaleon (detto Apa): l'esercito è schierato e i generali attendono istruzioni nella tenda rossa. Ma faccia presto, le truppe del Duca di Wellington vogliono stringerci d'assedio!