Musica Ergonomica Sette
Parlando di musica con Razzi, ci trovavamo a concordare che si tratta della regina delle arti. Nessun altra, ragionavamo, riesce a toccare così profondamente l'animo umano pur rimanendo tanto accessibile ed usufruibile. In parte questo si deve all'ampia modulazione con cui essa riesce a declinarsi, presentandosi in vari e disparati livelli di complessità. In parte credo sia anche perché abbiamo sempre con noi uno strumento per ricrearla: la nostra voce. Eppure, spesso, una musica vale di più per la concatenazione delle sue note e pause, piuttosto che per le parole e i concetti che esprime. Mentre una canzone può toccarci solo grazie alla propria melodia, difficilmente una canzone poco orecchiabile può redimersi tramite il proprio testo.
Tuttavia, quando entrambi gli aspetti funzionano, si crea un'alchimia che eleva la canzone ad un altro livello, e la si ascolta anche per il piacere di vivere, sentire, quelle parole, perché parlano di noi e in esse ci rivediamo.
Pur rischiando il pubblico ludibrio, cito qui due canzoni che rientrano in questa categoria.
As I sat sadly by her side (Nick Cave and the Bad Seeds)
Una canzone su due visioni della realtà, sul pessimismo e l'ottimismo, sulla speranza e sulla paura, sull'utopia e sulla realtà, sul potenziale e sulla delusione, sul trascendente e sul mondo sensibile. Un grandioso crescendo verso un finale non risolutore.
Infinito (Raf)
L'immensità del cielo stellato che genera pensieri e dubbi sul futuro. Il vuoto diventa specchio della paura ed inadeguatezza dell'umanità.
Niente finale frizzante ma, qui di seguito, le vostre proposte, spero.
10 commenti:
Ok, le faremo sapere.
Avanti un altro!
Lo sapevo, dovevo metterci il finale frizzantino.
C'è una salma dalle parti di Santa Croce, in questo momento sta facendo roteando i bulbi oculari che non ha più.
Ma si tratta di un soggetto un filo estremista su questo discorso, lol.
Secondo me, invece, non esiste una regina assoluta fra le arti.
Generalmente le cose "tanto accessibili ed usufruibili" tendono ad essere un po' marchettare.
Buona parte della musica di oggi, ad esempio, non è arte.
Gigggi D'alessio non è arte.
La tipa che si veste da canna fumaria nel mese di agosto e urla popopoker face non è arte.
Il Dies irae è arte.
E forse proprio per questo non è tanto accessibile e fruibile. Non oggi.
Boh, forse l'arte è per pochi perché pochi sono gli animi che possono accoglierla.
Mi compiaccio della mia risposta, sì.
Non so, non sono più tanto sicuro che la musica sia la più accessibile delle arti. Ho l'impressione che ci siano più uomini che si emozionano per le canzoni piuttosto che per i libri o i quadri, ma può darsi che mi sbagli. Tra l'altro, anche se fosse la più accessibile, questo non la renderebbe necessariamente la migliore, né la peggiore. Il punto è che questa cosa non la possiamo decidere Ergo e io, nonostante la nostra autorevolezza. C'è bisogno di una classifica ufficiale delle arti. E quindi di un campionato mondiale delle arti in cui diverse squadre di artisti combattono per stabilire chi è il migliore. Voi che ne pensate?
Questa idea è rivoluzionaria, per renderla ancora più esplosiva io proporrei sfide all'ultimo sangue.
Nonostante il mio entusiasmo mi premono tre precisazioni:
1. La combinazione Razzi + Ergo è condizione sufficiente, anche se non necessaria, a sputar sentenze su tutto lo scibile umano senza tema di smentita.
2. Non si è mai parlato di accessibilità come del valore assoluto dell'arte. Questo l'ha capito solo Ignazio che, quando la frase è troppo lunga, ne ricorda solo l'ultimo concetto. L'accessibilità diventa valore in più quando associata alla capacità di emozionare.
3. Anche il concetto di "Arte" è stata una deriva di Ignazio. Noi si parlava delle arti, non di "Arte". C'è una certa differenza.
IO sono la smentita.
E se volete comincio subito.
A legnate.
In effetti le legnate sono superiori anche alla musica.
Diciamo che possono essere recepite da tutti, anche da chi non sa cos'è una semibiscroma.
Oltre a muovere al pianto in maniera universale.
Sì, forse le legnate, specie quelle sui denti, sono il Motore Primo dell'Arte.
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