lunedì, maggio 02, 2011

La gente vuole il circo

A quanto pare, questa notte, Bin Laden ha ricevuto in regalo un buco nel cervello. Leggo la notizia e non solo non mi sento sollevato, ma ammetto di rimanere spiazzato di fronte alle reazioni della maggior parte dei governi. Gli americani in strada a festeggiare sono comprensibili, sono un popolo incline al nazionalismo e alla retorica. Quello che mi crea un certo senso di distacco sono le numerose reazioni "sopra le righe" da parte di governi e politici: giustizia è fatta (Obama); vittoria della giustizia (Netanyahu); vittoria del bene contro il male (Frattini); vince la democrazia (Juppe); sono sollevata per la morte di Bin Laden (Merkel); la morte di Bin Laden rende il mondo più sicuro e dimostra che questi crimini non rimangono impuniti" (Barroso/Van Rompuy).

Ci sono considerazioni, dubbi e timori, che mi passano per la testa in questo momento ma nessuno di questi è in sintonia con una sensazione di maggior sicurezza, di sollievo o di rallegramento seppur per la morte di un feroce terrorista. Dopo dieci anni di mastodontici sforzi non vedo la morte di un singolo uomo come un successo di particolare rilievo. Ecco che la sete di vendetta delle masse è stata in parte appagata con l'esposizione pubblica del cadavere, in una sorta di evento catartico di massa che non ci lascia più puliti, più sicuri o migliori di prima, ma che si limita a soddisfare "la pancia". Ben altri sarebbero i successi degni di venir celebrati, come stabilità e democrazia nei paesi occupati, con conseguente ritiro delle truppe. Quella sarebbe la vera "missione compiuta" da celebrare, ma purtroppo, dopo dieci anni, pare ancora ben lungi dall'esser completata. La sensazione di alienazione che la maggior parte dei commenti trionfalistici mi causano, è inoltre insita nel timore che passi, sotto il clamore della notizia, il concetto che la morte sia una giusta retribuzione. Un concetto che individualmente e soggettivamente si può anche condividere, ma che non può passare come messaggio di una società. Se cominciamo a confondere il sentire personale, con le regole e le responsabilità della società il rischio di aberrazioni è alto. Il motivo per il quale non impaliamo i pedofili, è che una società non deve macchiarsi di crimini peggiori di quelli delle persone dalle quali si deve difendere, e, anzi, non dovrebbe macchiarsi neanche degli stessi crimini, altrimenti comincia a diventar difficile far distinzioni fra assassini.

Bin Laden è morto ed è difficile pensare che l'umanità stia peggio senza di lui, ma preferirei che i portavoce di interi paesi esprimessero comunque lieve insoddisfazione per questa conclusione, in un bunker in Pakistan piuttosto che davanti ad un tribunale internazionale.

Addio Osama, grazie comunque per i pennarelli.



In calce, consentitemi un paio di precisazioni:

1. Il tempo di stesura e revisione di questo post è stato 75 minuti.

2. Scrivo post quando ho qualcosa da dire.

Questo è il motivo per cui posto poco. Questo è il mio modo di concepire il blogging.
Prendere o lasciare ma sopratutto vivere e lasciar vivere.

5 commenti:

Thesp ha detto...

Opinioni che condivido appieno. Grazie Ergo per il tuo contributo così ben espresso e per avere trattato tematiche inconsuete per Aparazzi.
Comprendo perfettamente la regola che seguono i tuoi interventi e la trovo giusta.
Voglio però ringraziare anche Apa e tutti gli altri pesci dell'estemporaneo senza i quali il blog sarebbe un paziente in coma.

byfluss ha detto...

Condivido anch'io.
Perchè l'America si sbarazza così facilmente dei suoi nemici pubblici?
Non avranno proprio niente di interessante da raccontarci, costoro?

Apa ha detto...

Perche' inconsuete per Aparazzi?

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Thesp ha detto...

Inconsuete perché posto raramente, altrimenti ci sarebbero molti più post con il tag "morte".