giovedì, maggio 05, 2011

Esperienze


Il giorno che sono partito per Osaka, ho preso il treno alle sette del mattino.
Cosa che non mi capita mai, in genere comincio a lavorare molto più tardi.

Con mia somma gioia, ho goduto della rinomata calca giapponese delle ore di punta con scene come quella descritta dalla foto qui sopra.

E' stata ad ogni modo un'esperienza interessante.
Anche perchè tu puoi immaginarti come ti sentiresti in una situazione del genere, ma non lo capirai mai fino a quando non lo vivi.

La prima cosa è che avevo un po' di mal di schiena, prima di salire. Una volta salito, la pressione della gente attorno a me è stata talmente forte che, giuro non è un'esagerazione, mi si sono stirate le vertebre e mi è scrocchiata la schiena.
Passato il dolore.

Una cosa che poi mi è parso di notare è come tutta questa situazione fosse vissuta da molte persone.

In una società asettica, repressa, asessuata come quella giapponese, fatta di assenze e di inchini, quel momento, quel momento lì, mi è sembrato tanto un'esorcizzazione orgiastica, una catarsi onanistica, un rituale di masturbazione collettiva.
Di carnalità e fisicalità.




Che ci fosssero uomini che in queste situazoni ne approfittassero lo sapevo ed era anche prevedibile.

Ma ho visto ben due donne nella calca che, e qui interrompo la battuta di Ergo "NO, NON ADDOSSO A ME, NO, NON ME LA STO TIRANDO", sembravano sciogliersi, lasciarsi andare, a una sorta di orgasmo. Sdraiata addosso a uno sconosciuto, una, si strusciava, gli scivolava addosso in modo lascivo. L'altra, che rimbalzava lussurriosa tra i corpi, abbandonando la testa all'indietro, occhi chiusi, espressione eloquente.

Poi si è aperta la porta e via, ognuno per i cazzi propri, ognuno di nuovo nella propria isola.
L'arcipelago psicologico giapponese.

1 commento:

Ergonomico ha detto...

Uffa.