La banca
Prima di partire per il Giappone ho avuto un paio di incontri con le banche italiane.
Prima la filiale di casa mia, quella che fin da bambino hai imparato a riconoscere come banca, quella dove non ci andavo da secoli, fortunato come sono ad avere mia madre che segue gli aspetti bancario/burocratici per me.
Qui ho scoperto un paio di cose, primo che ora che sono "ricco" vogliono che faccia qualcosa con i miei soldi, perchè è un peccato che li lasci "così" sul conto corrente.
La cosa mi lascia un po' perplesso, visto che in genere la gente non ti telefona a casa per il tuo bene, a meno che non siano amici.
La seconda, che in banca va ancora di moda il baffo. Il bel baffo. Il baffo da bancario. Il baffo onesto, un po' rapace. Il baffo di "lavoro in banca e mi è morta l'anima".
Pochi giorni dopo sono andato in un'altra banca, a chiudere un conto.
Non c'ero mai stato, avevo solo avuto relazioni finanziarie con una tipa, che a quanto pare non esiste più.
Mi presento e mi mandano un tizio.
Capisco subito che non c'è da fidarsi, non ha i baffi.
Mi stringe la mano, gli chiedo di chiudere il conto e di ritirare tremila euro dei tremilaseicento presenti, in contanti, subito.
Nessun problema, una firmetta e via, soldi nella busta.
Ora.
Questi non mi avevano mai visto, nè sapevano che faccia ho, nè mi hanno chiesto un documento.
Insomma, basta entrare, dire che sei tizio, ritirare i soldi e bon.
Considerato che nella mia stessa situazione ci stanno tutti i miei ex colleghi di EA...
Volete raccattare due lire?
1 commento:
glielo devo dire a mio fratello del baffo, dovesse mai andare a lavorare in banca.
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