Nami
Ieri stavo pranzando, guarda un po', con una ragazza giapponese di nome Nami. Dopo avermi detto che il suo nome è la sua data di nascita (3 luglio, credo), abbiamo iniziato a parlare dei dialetti italiani. Lei studia italiano. Le ho detto che io sono di Bari, lei conosceva Bari dai libri (forse per il famoso stile normanno barese) e mi ha detto che vorrebbe andarci. Poi mi chiede se si parla un dialetto a Bari e io le dico di sì. Mi chiede di dirle qualcosa in barese e io le dico l'unica frase di senso compiuto che conosco, un grande classico del barese:
S' cia' na ma sci', sciamaninn',
s' n'n cia' na ma sci', n'n ce ne simm' scienn'.
Nami ride. Mi chiede di dirle cosa significa. Gliela traduco brevemente (ha varie sfumature): se ce ne dobbiamo andare, andiamocene, se non ce ne dobbiamo andare, non ce ne andiamo.
Nami ride e mi chiede di ripetere. Ripeto e rido pure io. Lei cerca di ripetere i primi suoni ma non ci riesce. Allora prende la penna e mi chiede di dirlo lentamente, "così lo scrivo con i suoni giapponesi". Allora, fonema per fonema, ha scritto in giapponese questa frase. Alla fine ha riletto ed era perfetta. Io ero soddisfatta.
Almeno due persone sarebbero orgogliose di me.
8 commenti:
Fermi tutti!
Ma non era Sanami?
O l'avevi scritto in sardo?
Come mi lascia di stucco questo racconto personale.
A me ha commosso.
Nami.. come Nami Hayase :)
Nami come Namignotta.
ammetto che avevo scritto Sanami, ma poi mi sono accorta di aver fatto un miscuglio tra Nami e Sanae. qui parlo di Nami :)
byfluss!
Presente!
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