mercoledì, settembre 30, 2009

Le verginità





LK mi ha regalato una Moleskin, un taccuino molto cool e, direi, rough and chic, un po' come me.
Cara come è ha anche scritto una piccola dedica.
Sempre voluto un taccuino, l'ho sempre trovato un sistema ideale per cristallizzare il mio caos senza troppe menate. Non gliel'ho detto, ma immagino lo leggerà ora: regalo azzeccato, tesorina.

Visto il lavoro che faccio qui mi serve come il pane, ma non mi andava di scrivere cose "business related" sulla moleskin di LK, mi sembrava di profanare il bianco, leggermente rigato, verginale e puro di quelle pagine. Uno scempio, un atto empio.

E poi...
Il tratto di una penna... è così radicale. Non esiste backspace.
Sono entrato in cartoleria, ho passato un'ora a scegliere la penna giusta, fissabile, adatta, il tratto, il peso.
Niente, non ce l'ho fatta, questa moleskin la userò per altro.

Per il lavoro ne ho presa un'altra, tematica.
Moleskin "Tokyo".

Ha la mappa, la metropolitana, e una serie infinita di schede, schedine, tag, tab e chi più ne ha più ne metta. Improvvisamente la rete per imbrogliare il mio caos comincia ad essere troppo stretta, troppo soffocante ed ancora quella reticenza, se scrivo non si cancella. Se scrivo rimane.

L'atto irrimediabile, concreto, postomi davanti mi terrorizza ancora. La cosa irrecuperabile.

Sarà per questo che non sono mai stato con ragazze vergini. Se mi perdo giorni solo per toccare con la punta di una penna una pagina bianca...


P.s. ma il colibrì l'aveo già usato?

martedì, settembre 29, 2009

Fatti vari






Ho visto un tizio che andava a spasso con un'iguana che indossava un cappottino rosso.

Jordan è guarito, ma un punto è rimasto, un fiocchettino discreto, proprio sulla punta e su ferita rimarginata. Insomma ora è un simpatico oggetto di design.

A marzo/aprile mi sposo.

La frutta ai combini costa davvero troppo ma vicino alla mia attuale abitazione non esiste un supermercato o un fruttivendolo che io riesca a trovare.

I ghiaccioli giappomesi sono grandi come il mio dito indice.

La casa del ragazzo di campagna fa un baffo a casa mia in termini di organizzazione, ogni giorno scopro qualcosa di nuovo.

Ieri ero a Osaka e ho cenato in un locale che si chiamava Bali LAX. I giapponesi e l'inglese confermano di avere un rapporto tormentato.

Fa caldo.

Ho una specie di fame.

Sono dimagrito. Credo.

domenica, settembre 27, 2009

Scusate ma, porco dio, è vera???






Cioè... stanno proponendo Berlusconi per il nobel per la pace?

Non ho parole.


Ma l'ignoranza, la debolezza, lo schifo...

Per fortuna me ne sono andato da questo paese.

Scusate, ma è vera?








A me piace quando dice:

1) rispetooooooooo
2) Na na nana

venerdì, settembre 25, 2009

La rivincita dei nerd






Sono stato a una festa di nerd.
Videogiocatori, giornalisti, programmatori.
Nerd.
Come noi, ma peggio.

Brutti, sporchi.

E anche cattivi.

Il Giappone è la patria dei nerd gaijin, arrivano qui, pensano di poter far di tutto, di poter far casino, di fare i duri, i fighi, come mai si permetterebbero a casa loro, gli riderebbero tutti dietro.

Approfittano della gentilezza locale, della naturale reticenza alla reazione giapponese, oltre alla disponibilità delle ragazze locali nei confronti dei gaijin, ma anche e soprattutto della loro debolezza di fronte ad avances molto dirette, non sanno come reagire, ci stanno.

E' stata una tristezza vedere questo branco di animali sfigati ululare, darsi i cinque, abbracciarsi, bere.

Ho pensato a 11 mesi di frustrazioni e alla loro prima valvola di sfogo, ma non è migliorata la mia opinione di loro.

Anche perchè alcuni qui ci vivono.
E sono quelli che qui ci vivono che mi fanno la maggiore impressione con la loro volgarità e tracotanza, quando importunano ragazze per strada, spaventandole a morte.

giovedì, settembre 24, 2009

Nami




Ieri stavo pranzando, guarda un po', con una ragazza giapponese di nome Nami. Dopo avermi detto che il suo nome è la sua data di nascita (3 luglio, credo), abbiamo iniziato a parlare dei dialetti italiani. Lei studia italiano. Le ho detto che io sono di Bari, lei conosceva Bari dai libri (forse per il famoso stile normanno barese) e mi ha detto che vorrebbe andarci. Poi mi chiede se si parla un dialetto a Bari e io le dico di sì. Mi chiede di dirle qualcosa in barese e io le dico l'unica frase di senso compiuto che conosco, un grande classico del barese:
S' cia' na ma sci', sciamaninn',
s' n'n cia' na ma sci', n'n ce ne simm' scienn'.
Nami ride. Mi chiede di dirle cosa significa. Gliela traduco brevemente (ha varie sfumature): se ce ne dobbiamo andare, andiamocene, se non ce ne dobbiamo andare, non ce ne andiamo.
Nami ride e mi chiede di ripetere. Ripeto e rido pure io. Lei cerca di ripetere i primi suoni ma non ci riesce. Allora prende la penna e mi chiede di dirlo lentamente, "così lo scrivo con i suoni giapponesi". Allora, fonema per fonema, ha scritto in giapponese questa frase. Alla fine ha riletto ed era perfetta. Io ero soddisfatta.
Almeno due persone sarebbero orgogliose di me.

L'untore





Il viaggio in aereo l'ho fatto con un untore che per mille motivi mi ricordava il Razzi.

Un professionista del viaggio in aereo, un giapponese sui 60 anni, magro, secco, duro.
Aveva con sè un sacchetto di plastica, pieno di bocce e boccine e, a intervalli regolari, ne apriva una, ne estraeva del liquido o dell'unguento, si infilava la mano tra i bottoni della camicia appena aperti e si produceva in lunghe abluzioni.

Sembrava sapere quel che faceva.

Poco prima dell'atterraggio mi ha rivolto la parola.

Il mio primo vero momento giapponese.

Mi ha detto di sposarmi una ragazza giapponese.
Che certo le donne italiano sono sexy, simpatiche e sexy, ma, con una saggezza che mi ha ricordato molto il Razzi, mi ha anche spiegato che dopo il matrimonio che sia sexy e simpatica e sexy non te ne fai proprio un cazzo. L'importante è che sia brava.

Sembrava alludere a qualche particolare segreto che io, in quanto uomo avrei dovuto intendere.

Forse alludeva a come il sesso, il piacere, l'attrazione scemi con la frequentazione assidua che produce il matrimonio. O forse al fatto che dopo il matrimonio devi accoppiarti con altre donne. O forse che con "brava" intendesse "non rompa i coglioni".

Non ne ho idea.

Sono sicuro che se ci fosse stato Razzi me l'avrebbe saputa spiegare, magari mentre si spalmava qualche cremina sui piedi o sotto le ascelle, come fa di solito, seduto sul mio divano.

mercoledì, settembre 23, 2009

Punti sulla situazione







Punti.
Ne avevo otto, ne ho perso uno, ne rimangono quindi sette.



Devo dire che ha fatto specie vedere Jordan tutto infiocchettato e con questo avveniristico e sbarazzino nuovo taglio.

Un consiglio, a chi volesse o dovesse intraprendere lo stesso viaggio, anche se l'infermiera ve lo consiglia, evitate di radervi lo scroto con la crema depilatoria.

Provoca simpatiche ustioni, certo avrete storie da raccontare al campeggio, ma secondo me, tirando le somme, non ne vale propriamente la pena.

martedì, settembre 22, 2009

Esempio di Bad Parenting of the Week




Nuovo sondaggio






Votare tutti, prego.
Chiude il primo di ottobre.

E' uno di quei sondaggi che stabilirà il destino del blog, e quindi della razza umana intera.

La banca






Prima di partire per il Giappone ho avuto un paio di incontri con le banche italiane.

Prima la filiale di casa mia, quella che fin da bambino hai imparato a riconoscere come banca, quella dove non ci andavo da secoli, fortunato come sono ad avere mia madre che segue gli aspetti bancario/burocratici per me.

Qui ho scoperto un paio di cose, primo che ora che sono "ricco" vogliono che faccia qualcosa con i miei soldi, perchè è un peccato che li lasci "così" sul conto corrente.
La cosa mi lascia un po' perplesso, visto che in genere la gente non ti telefona a casa per il tuo bene, a meno che non siano amici.

La seconda, che in banca va ancora di moda il baffo. Il bel baffo. Il baffo da bancario. Il baffo onesto, un po' rapace. Il baffo di "lavoro in banca e mi è morta l'anima".


Pochi giorni dopo sono andato in un'altra banca, a chiudere un conto.
Non c'ero mai stato, avevo solo avuto relazioni finanziarie con una tipa, che a quanto pare non esiste più.
Mi presento e mi mandano un tizio.

Capisco subito che non c'è da fidarsi, non ha i baffi.
Mi stringe la mano, gli chiedo di chiudere il conto e di ritirare tremila euro dei tremilaseicento presenti, in contanti, subito.
Nessun problema, una firmetta e via, soldi nella busta.

Ora.

Questi non mi avevano mai visto, nè sapevano che faccia ho, nè mi hanno chiesto un documento.

Insomma, basta entrare, dire che sei tizio, ritirare i soldi e bon.

Considerato che nella mia stessa situazione ci stanno tutti i miei ex colleghi di EA...

Volete raccattare due lire?

lunedì, settembre 21, 2009

domenica, settembre 20, 2009

Yokoso Japan





Vi avevo chiesto di non dire niente a nessuno, e invece via, tutti ad avvisare i giapponesi che sarei arrivato.
E quindi prima viene mandato Napolitano in avanscoperta qualche giorno fa, a tastare il terreno e, scopro, a organizzare le festività in mio onore.

Come si vede da questo filmato girato qualche ora fa, sotto casa mia processioni, balli e gente in visibilio.

E io che alla fine sono persona così riservata e timida.

Ma...ahahahahahahahahahahahah! Strepitosiii!!!

sabato, settembre 19, 2009

Itterasshai



Apa domani lascia l’Italia, paese in cui non si rispecchia, e parte per il Giappone, vera terra promessa (e se non lo invidiate state solo mentendo a voi stessi). Nella speranza di aver sue notizie non appena avrà un po’ di tempo, gli auguriamo successo sfolgorante, takoyaki incandescenti, paizuri esagerati e nippomenate a go-go.

In culo alla kujira.

martedì, settembre 15, 2009

Assenza di segnale






Domenica parto.

Scusate per la mia assenza, la mia latitanza, la mia latenza.
Ho mille cose da fare, gente da salutare, emicranie, momenti da godere all'ultimo e nella speranza di riviverli.

Pensavo sarebbe stato un momento più facile, semplice. Avevo pian piano chiuso mille e mille scatole della mia vita, pronto a ricominciare da capo una volta là e invece sono andato ad aprire cose nuove e mi sono dimenticato di chiuderne altre.

Mi sento non pronto, impreparato.
Me ne farò una ragione.

Ora me ne vado a farmi segare il frenulo.
Vi lascio con questa foto di Razzi da bambino e le mie scuse per essere un poco assente di questi tempi.

Per fortuna che Razzi, il piccolo presente, e Ergo, il grande critico, fanno, come sempre, la loro parte.

domenica, settembre 13, 2009





perdere 1 (v. v. tr.)
1 Restare privo di qualcosa. ~ buttare via, dissipare. <> impiegare, mettere a frutto.
2 Non giungere in tempo. ~ mancare. <> farcela. • riuscì a perdere anche l'appuntamento di lavoro.
Sinonimi: calare, consumare, dissipare, lasciare, scapitare, scialacquare, sciupare, smarrire

perdere peso
perdere tempo
perdere soldi
perdere la salute
perdere il lavoro
perdere la pazienza
perdere la speranza
perdere il treno
perdere i rapporti
perdere il filo
perdere le staffe
perdere la ragione
perdere il diritto
perdere l'abitudine
perdere coscienza
perdere colpi
perdere terreno
perdere quota


Niente da perdere.

venerdì, settembre 11, 2009

Natalino Balasso



Mi manca, Byfluss.

mercoledì, settembre 09, 2009

Cherubini incazzati







Sono a lezione di Giapponese.
Piccola pausa, l'insegnante si va prendere un caffè, io decido di appoggiare la testa sulla scrivania un minuto.

Mi sono svegliato alle tre del mattino e sono in piedi da allora.

Mi addormento.
Svivolo.
Rotolo.
Piombo a capofitto in un sogno.
Sogno Jovanotti. Lorenzo Cherubini, che si affaccia incazzato alla finestra sul retro di casa sua.
Dei bambini gli hanno rovinato il prato, dissestato il giardino, giocando.

Urla imbestialito, ma mi tranquillizzo.
Dice infatti che sa chi sono, e che presto andrà a parlare con i suoi genitori.

Torna l'insegnante, mi sveglio.

Ikanakereba narimasen...

martedì, settembre 08, 2009

Presagi

Gatti suicidi





Ha sentito STUD.

lunedì, settembre 07, 2009

Nostalgie musicali





Ho scoperto che mi manca Last.Fm

Da quando è diventata a pagamento li ho buttati a fare in culo, anche se 3 dollari al mese sono una miseria, ma è il concetto.

Solo che ora dove la vado a pescare la musica?

Qualche suggerimento?

domenica, settembre 06, 2009

Toppetta




Ci ho messo un po’ per capire che non siamo ad Animal Crossing. Lì, quando un animaletto ti dice che ha deciso di trasferirsi e andarsene dalla tua città, tu gli dici “Non andartene!”, “Ma è impossibile!”, “Non mi lasciare!”. Lui, dopo un po’ di moine e A varie, ti dice “Uhm, forse dovrei ripensarci…” o “Non mi aspettavo una risposta così. Forse dovrei restare?”. Alla fine tu esci dalla sua casa contento e soddisfatto, almeno Toppetta, il bellissimo orso di pezza fatto di toppe colorate, allegro scemo e dormiglione, non abbandonerà la città.
Invece qui il Toppetta della situazione se ne va. Se ne va eccome. Una scelta di vita, una questione vitale, a tratti politica. Certo, il lavoro. Ma c’è dell’altro, ed è questo “altro” a spaventare di più.
Dicono che serva molto coraggio, ma secondo me anche molta memoria e una radice, un’origine più forte della novità. Mi è rimasta questa tua domanda in testa “E queste cose, quelle che vivo oggi, qui, che vorrei portarmi con me, che vorrei fossero il mio bagaglio principale... verranno schiacciate e riassunte in qualche rigo? A quale rischio le sto sottoponendo?”.
Io vorrei dire molte cose a questo Toppetta bresciano con la valigia in mano, con un occhio azzurro e l’altro a mandorla. Ma preferisco non dirle, non qui almeno. Sento solo che partendo legherà alla valigia un filo e questo filo rimarrà legato ad alcune parole, ricordi, risate che mi tengo in un cassetto. È un filo molto lungo e resistente, non tirerà e non si spezzerà. Una sorta di Pollicino di cotone e affetto.

Orme





Ci sono persone che quando se ne vanno lasciano uno strano vuoto, carico di profumi, di odori sottili che non dovresti essere in grado di percepire ma che trovi, attaccati alle cose, agli oggetti e ai ricordi che, seppur freschi, pulsano informi, un poco grezzi, nel cervello, nel ventre delle memoria.

E sono profumi che non dovresti poter sentire, e non dovresti dover cercare e invece, pian piano, ti ritrovi ad aggrappare i tuoi sensi ad oggetti inconsistenti, come stringeresti delle lenzuola vagamente intrise dell'impronta della persona che vi ci si è avvolta.

E in queste orme ti ci puoi perdere.


Chissà se quando me ne vado io lascio altro che un lezzo mefitico e sgradevole, triste e malsano, tipico di una persona che non è mai stata davvero lì, o che hai scoperto, poi, di non volere aver avuto.

sabato, settembre 05, 2009

Mak ha un pene enorme







Visto che c'è scarsa entropia delle risposte, e non facciamo finta di non essercene accorti tutti, e c'è chi ha avuto il coraggio, l'orgoglio, la forza di farcelo notare, non posso più stare zitto, non possiamo tacere.

Sì, è stato Mak a parlare, a puntare il dito. Per primo a dire "Il re è nudo!". Il primo ad aprirci gli occhi, la scarsa entropia delle risposte c'è, è lì, sotto gli occhi di tutti.

È stato Mak.

E Mak ha un pene enorme.

Voglio che si sappia. Ma soprattutto, vuole che si sappia.

Lo vuole talmente tanto che se sul mio blog parlo del mio pene che sta per subire un'operazione, si infastidisce, giustamente.

Lo vuole talmente tanto che ha passato un intero tragitto da un ristorante giapponese fino all'ufficio, a Milano, a cercare di convincermene, insistere, fino ad arrivare ad un allarmante "quando torniamo in ufficio te lo faccio vedere", detto con un sorriso.
Un sorriso scarso di entropia, però.

Mak ha un pene enorme.

E presto gli spunteranno anche i primi peli.

giovedì, settembre 03, 2009

Una storia del cazzo, capitolo II





Tanto rumore per nulla. Non è successo nulla, operazione rimandata.

Un medico pakoafgano supponente e strafottente nonchè antipatico e un po' ricchione mi ha palpeggiato un po', ha detto che l'operazione s'ha da fare, cosa che sapevo già, e ha continuato a massaggiare e sollecitare.

La mia idea è che stesse cercando un qualche risultato che, sua disdetta, non è arrivato.

Jordan è rimasto mogio e un po' depresso.



Ma non tutto il male viene per nuocere, da questa mancata operazione è nata questa splendida intervista, che vi proponiamo integralmente, e che svela anche particolari interessanti sul Razzi.


martedì, settembre 01, 2009