Contagio, delirio, soluzione.
Il Giappone ti contagia, ti entra sotto la pelle. Pian piano diventi surreale, come loro. Soprattutto se ci sei già portato di tuo.
Ignazio parla di scatole vuote.
Razzi parla di paraorecchie e ombrelli.
La mia mente comincia a funzionare in maniera associativa, come funzionerebbe nel leggere due kanji, uno di fianco all'altro, che generano una parola dal significato nuovo, unico, differente.
Hana, fiore, 花.
Hi, fuoco, 火 o 火災.
Hana-hi, hana-bi, hanabi, fuoco d'artificio, 花火.
Con un simile processo ho trovato la soluzione per i regalini.
Uno scatolone pieno di minchiate giapponesi. Chi arriva si prende quello che gli piace e se ne torna a casa felice.
Visto che Razzi sarà uno degli ultimi che si farà vedere, spero proprio che nessuno scelga il paraorecchie o l'ombrello, darling.
Ignazio invece è fortunata, avendo schifo di farsi vedere avrà proprio quel che propone: il vuoto della scatola.
6 commenti:
@ Apa
Sei tanto caro, finalmente un regalo che stimola la creatività. Perché con una scatola vuota si possono fare tantissime cose, Art Attack insegna :D
ma io, io volevo i paraorecchie! :(
Ok! Il paraorecchie se lo deve prendere hazey. Ma non toccate il mio ombrellino!
Il tuo ombrellino non te lo tocca nessuno.
anche se la Rebo e io...
Hazey!!!
I doppi sensi!
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