giovedì, maggio 04, 2006

Desiderio di fuga, desiderio di figa

Ieri, tra una vomitata e una rigettata, mi sono messo a guardare un documentario su History Channel, o qualche altro canale del genere.
Parlava di famose donne killer, partendo da chi uccideva con il veleno arrivando a chi ammazzava a picconate. All'improvviso una scena in bianco e nero, un'auto degli anni 40 che esce da un vialetto, si parla di un rapimento. Di colpo mi è partito una specie di flashback, di odori, di sapori, di sensazioni difficili da definire. Mi è venuta in mente la casa di mia nonna, l'auto di mio nonno, le prime nevicate della mia vita. Tutti ricordi remoti, da bambino. Ma tipici di un sentire molto più intenso, radicale. Un sentire che si è sopito negli anni, dalla routine, dalla abitudine, e che mi si risveglia solo quando viaggio, quando mi trovo all'estero, fuori dall'Europa, quando ogni volto ti racconta a forza una storia nuova, dove ogni sapore e odore è da riscoprire, dove la realtà stupra costantemente i tuoi sensi. E forse, penso, viene da qui la mia voglia di fuga, la mia voglia di trovarmi spesso altrove: conosco un modo più intenso di vivere e non mi voglio accontentare.

5 commenti:

byfluss ha detto...

Questo che hai scritto è, secondo me, un piccolo capolavoro.
Grazie.

il mak ha detto...

Succede spesso anche a me.

Ultimamente mi vengono in mente episodi bellissimi della mia infanzia, ad esempio quando andavo al Parco Forlanini a costuire aquiloni con il mio papà.
E' passato così tanto tempo che mi sembra passata un'altra vita.
L'importante è non perdere mai la curiosità e vincere la routine.
Soprattutto non bisogna dimenticari di cosa è bello, tramandarlo e cercare il meglio da ogni generazione.

Grazie apa! :)

Razzi ha detto...

Vattene!

(normalmente suonerebbe come una specie di insulto, stavolta è un invito)

Ergonomico ha detto...

Donne killer, tante parole e poi sensi stuprati, secondo me questo è il filo rosso del post di Apa che nessuno ha colto. Ma io sì, io sono intelligente.

Scarlet Speedster ha detto...

Bel post davvero Apa.

Per quanto mi riguarda, io trovo emozioni sempre nuove nella musica, nel processo creativo che la contraddistingue. E' questa la mia "fuga dalla routine", scrivere un nuovo pezzo, registrarlo, riascoltarlo... Viverlo.

E a volte anche la lettura di un buon fumetto mi riporta ad emozioni "primarie".

Ognuno, penso, ha il suo modo di mantenere la propria identità di uomo nel marasma di stress e routine che la nostra vita comporta...