Decadimento cerebrale
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Pensieri sparsi
A volte mi capita di confondere una parola, un'espressione, e per questo sbagliare l'azione legata a quella parola.
Penso o dico una cosa, confondendomi, dicendo una cosa invece di un'altra, e va a finire che commetto lo stesso errore anche nell'azione che ho compiuto o vorrei compiere.
Il che, mi da' da pensare. A cosa ci sia di nascosto dietro le parole, a quale forma possa avere il linguaggio macchina del mio cervello. Mi da' da pensare su come le parole siano la semplificazione di qualcosa. La raffinazione di qualcosa.
Platone si lamentava che la scrittura avrebbe reso l'uomo piu' stupido perche' avrebbe impigrito il cervello. Cosi' e' successo, anche con gli altri strumenti, la stampa, i computer, la televisione.
Mi domando se sia successo lo stesso con le parole, se il linguaggio sia stato un sistema di comodo e di imbarbarimento.
L'idea che si ha e' che prima della comunicazione verbale si fosse tutti degli scimmioni vagamente glabri e con il pollice opponibile.
E se invece fossimo stati degli dei, capaci di pensieri puri, potenti, spaventosi.
Pensieri impossibili da comunicare.
5 commenti:
Invece, forse, prima si comunicava solo col pensiero.
E una vagonata di gesti.
Me lo ha detto il Razzi in sogno.
Immagino fosse vagamente glabro.
Figa Byfluss, te l'avevo servita su di un piatto d'argento, potevi citare JAVA anche in questo commento!
Perchè non l'ho citato?
Ok, c'è scritto Razzi, ma ci sta anche che in un post del genere io soggettivi l'uso del linguaggio.
Non ti pare?
E poi lasciami stare, che oggi mi sento vagamente glabro.
Sarà stata la polenta di castagne di ieri sera.
Ti capisco bene, anche a me dà sempre quella sensazione di depilazione parziale.
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