domenica, maggio 16, 2010

The Saddest Music In The World


Un giorno di circa un mese fa ero malato a casa e convinto di stare per morire ho cercato un modo originale di accelerare la fine.
Il momento era buono per fare quello che avrei voluto fare da tempo: la playlist più triste del mondo.

Nonostante i buoni propositi continuavo a trascinare questo dovere e non c'erano più scuse.
In tutta sincerità vi dico che ho passato una giornata di merda e se non sono morto per malattia o per tristezza vorrà dire che ne sono uscito fortificato.

Non ho pubblicato subito questa sequenza di struggenti litanie del cuore perché dopo una giornata passata letteralmente in lacrime non avevo più la forza di pensare nemmeno a un commento.
Così l'ho lasciata a macerare fino al recupero e oggi che mi sento di aver in briglia le emozioni posso trottare quei due metri che restano.

Il tema di questo Aparazzi Mix è "la canzone più triste del mondo".
Il titolo è preso da un simpatico film di Guy Maddin di cui vi consiglio la visione.
Abbiamo parlato in passato delle emozioni che una canzone può produrre, ci siamo domandati quali siano esattamente gli elementi che provocano il tilt, quali sfumature può avere la tristezza.
Lo abbiamo fatto davvero o me lo sono sognato? Ad ogni modo facciamolo ora.
E' la melodia? Sono le parole? Il ricordo di un momento?
Di sicuro qualcosa che fa risuonare le corde più intime, annoda lo stomaco e spinge verso la gola.

Trovate qui a fianco la mia personale lista che non necessariamente entrerà in fase con la sensibilità di ognuno.
La domande che vorrei porvi sono queste:
Qual'è la vostra canzone più triste?
Che cosa esattamente vi emoziona e vi fa piangere in una canzone?

Sottoponendomi a questa volontaria espiazione mi sono in parte risposto.
I principe della mia tristezza e vincitore del concorso per l'uomo più morte dell'anima si chiama Nick Drake.
Per tingere l'umore di nero le canzoni tristi si appoggiano spesso ai temi classici: il dolore per una perdita, un amore impossibile, la nostalgia di qualcosa o qualcuno, un destino sfortunato, una infanzia difficile, l'apatia, la difficoltà di essere diversi, gli orrori della guerra, i mali dell'umanità.

In One of These Things First di Drake ho trovato un pugnale più subdolo: la paura di essere, più precisamente la solitudine e l'angoscia di essere un individuo, di essere una cosa in particolare e non tutto, la nostalgia per quello che non si è, l'incapacità di afferrare la vita.
Oltre l'apparente leggerezza della musica, nelle parole di questa canzone si rivela la terrificante impossibilità di giustificare la propria esistenza, si allarga l'orizzonte all'infinito e si apre un vuoto immenso nel tentativo di immaginarsi come qualcuno o qualcos'altro.

I Could have been a sailor, could have been a cook
A real live lover, could have been a book
I could have been a signpost, could have been a clock
As simple as a kettle, steady as a rock
I could be here and now
I would be, I should be
But how?
I could have been one of these things first

Guardando ad altre canzoni della lista trovo che il tema esistenzialista e nostalgico ricorra.
Belle & Sebastian, che sono seguaci di Drake, propongono un quadro meno astratto e più esplicitamente depressivo:

Anthony walked to his death
Because he thought he'd never feel this way again
If he goes back to the house then things would go from bad to worse
What could he do?
He wants to remember things exactly as he left them on that funny day
And if there is something else beyond, he isn't scared because
It's bound to be less boring than today
It's bound to be less boring than tomorrow

se non fosse per la squisita melodia e la strumentazione originale le parole dei Beirut in Poscards from Italy potrebbero apparire banali:

The times we had
Oh, when the wind would blow with rain and snow
Were not all bad

Qui è l'attacco di marcia della sezione ritmica sul gemito della voce a innescare il magone.
Persino quel pagliaccio di Adam Green è capace di tirare fuori la lacrimuccia con un testo tanto naive quanto sincero in Can You See Me:

Look, look, look at me doing this
Look, look, look at me doing that
Look, look, look at the way that i am

[...]

But if everyone is coffin-bound
Then I'm so scared of being not around
I'm so scared to never make a sound
I'm so scared of being underground

Can you see me?

Il pericolo nell'etichettare canzoni come commoventi capolavori di rara tristezza è che il limite tra profondo flusso catartico e imbarazzante sproloquio lagnoso è molto sfocato.
Questo problema era indirettamente emerso in un vecchio post di Ergo.
Essendo affascinato dal grottesco ammetto la coesistenza dei due aspetti e gioco sul confine.

in Beautiful Boyz, Cocorosie e Antony volutamente sopra le righe cantano:

Born illegitimately
To a whore most likely
He became an orphan
Oh what a lovely orphan
He was sent to the reformatory
Ten years old was his first glory
Got caught stealing from a nun
Now his love story had begun

il testo ricorda una canzone di Nick Cave che inizia così:
O My O My
What a wretched life
I was born on the day
That my poor mother died
I was cut from her belly
With a stanley knife

Questi sono casi estremi, ma è un punto interrogativo anche la più nota Stan di Eminem:

[...] you coulda rescued me from drowning
Now it's too late - I'm on a thousand downers now, I'm drowsy
and all I wanted was a lousy letter or a call
I hope you know I ripped all of your pictures off the wall
I love you Slim, we coulda been together, think about it
You ruined it now, I hope you can't sleep and you dream about it
And when you dream I hope you can't sleep and you scream about it

Si piange o si ride? O entrambe le cose?
Anche una canzone d'amore può commuovere oppure risultare melensa e affettata.
We Both Go Down Together dei Decemberist's parla di un classico suicidio di coppia.

Meet me on my vast veranda
My sweet untouched Miranda
And while the seagulls are crying
We fall but our souls are flying

And oh, my love, my love
We both go down together

Alcune canzoni mi commuovono pur non capendole, un esempio è la misteriosa Beneath the Rose di Micah P. Hinson.

Altre sono talmente disturbate che è difficile non esserne colpiti.
Jeff Magnum dei Neutral Milk Hotel scrisse un album pensando ad Anna Frank, tanto per andare sul leggero, condito di immagini lynchiane.

Oh comely
I will be with you when you lose your breath
Chasing the only
Meaningful memory you thought you had left
With some pretty bright and bubbly terrible scene
That was doing her thing on your chest

[...]

Goldaline, my dear
We will fold and freeze together
Far away from here
There is sun and spring and green forever
But now we move to feel
For ourselves inside some stranger's stomach
Place your body here
Let your skin begin to blend itself with mine

In compagnia di Jeff Magnum troviamo Sufjan Stevens che ci racconta di John Wayne Gacy Jr., il serial killer che, travestito da clown, seviziava bambini:

He dressed up like a clown for them
With his face paint white and red
And on his best behavior
In a dark room on the bed
He kissed them all

All'opposto troviamo i grandi classici impermeabili alle critiche: Stand By Me, Yesterday, Perfect Day, Everybody Hurts e la famosa cover di Hurt nell'interpretazione di Johnny Cash. Quest'ultima dimostra che il significato delle parole dipende anche da chi è a pronunciarle.

Su questo concludo l'arringa, ringrazio chi ha contribuito con suggerimenti, vi invito ad aggiungere le vostre riflessioni sull'argomento e spero di essere riuscito a strapparvi almeno una lacrima.

7 commenti:

Ergonomico ha detto...

In un primo momento sono rimasto basito di fronte alla lunghezza di questo post, poi ho capito: dovevi seppellire il ritorno del mak.

Ignazio ha detto...

Manca Eleanor Rigby :P .

E poi aggiungerei anche qualcosa di Guccini..

Apa ha detto...

C'era un mio post, credo, che appunto si domandava se esistesse una quintessenza di tristezza, trasmessa dalla musica, non dai testi.

Se non l'ho scritto lo volevo scrivere.

Ad ogni modo le uniche canzoni che mi intristiscono davvero, commuovono, sono quelle che lego a certi momenti.

Per dire, c'è una canzone che mi terrorizza, perchè la lego al momento in cui, a sei/sette anni, con un libro "scegli la tua avventura", uno dei primi che leggevo (quei libri a cui, fondo pagina, trovavi una scelta che quindi ti rimandava a pagina X o pagina Y), feci la scelta sbagliata e il libro mi disse che il vassallo del re mi accusava di stregoneria, e in quattro e quattr'otto mi prendevano e mi portavano al rogo e seguiva una discreta descrizione della mia pelle che si scioglieva e bruciava e le mie lacrime che evaporavano con le mie preghiere verso il cielo.

Ergonomico ha detto...

Stai sempre a pisciare sul territorio, Apa, bevi di meno.

Comunque tocchi quello che è fondamentalmente il nocciolo della questione. Le canzone più toccanti sono quelle che riusciamo a mettere in relazione con sensazioni e stati d'animo intimi e personali. Quando una canzone sembra che stia descrivendo esattamente la nostra situazione, esattamente il nostro stato d'animo, ecco che questa ci tocca come mai prima. Non si tratta di canzoni scritte per noi, ma di canzoni alle quali siamo noi a regalare un ulteriore, fondamentale, individuale e toccante complessità di significato.
La dolce tristezza è nella mente del melanconico.

Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Evviva la figa.

Apa ha detto...

@ergo
Mak non è mai sparito, solo c'ha messo sei mesi a comporre il post qua sotto.

byfluss ha detto...

Evviva!

hazey ha detto...

Mi ha stupito che Thesp abbia scelto proprio One of these things first, di Drake. Sarà che la musica, come dice lui, è leggera, ma non l'avevo mai legata a questo disperato senso di impossibilità.
Non mi ha invece stupito che abbia scelto Nick Drake per aprire la playlist della tristesse.

Comunque io segnalo Horn.
Sempre di Nick Drake.