Village chronicles
Noto che è da quattro giorni che il popolo Aparazzino tace. Lo so, siete tutti racchiusi in preghiera per la celebrazione della morte di papa Wojtyla (santo subito! santo subito!). E' il momento per uno di quei post inutili, che apportano alla comunità un susseguirsi di sillabe che non cambieranno nè le vostre giornate nè i vostri umori (e non hanno nemmeno intenzione di farlo).
L'impiegato della banca è un ragazzo giovane, probabilmente appena laureato in economia e commercio e ancora in possesso di quell'allegria e quella voglia di soddisfare i clienti che probabilmente scomparirà tra non più di 7 mesi. Mi sorride in continuazione e mi spiega le cose tante, troppe volte, ogni volta assicurandosi che io abbia capito nei minimi dettagli. Portava una camicia e maglioncino, pantaloni grigio scuro eleganti. Fresco di banca, portava un paio di adidas. Non lo sa che tra 7 mesi sarà forzato a mettere quelle scarpe eleganti da uomo, di pelle marrone chiara e lucida, un pò lunghe in punta.
Domani andrò al solito aperitivo del venerdì a mezzogiorno, nel bar di paese. Siamo io e una sfilza di vecchi che mi vogliono bene e mi fanno quelle battute da vecchi che mi fanno tanto ridere. Uno di loro, avrà almeno 75 anni, porta sempre intimo da donna, ogni tanto pure la minigonna. E parla sempre di quanto ce l'ha duro e di quanti tipi di mutandine si possono vedere sui fili sospesi che attraversano il suo giardino. Ogni volta gli faccio notare che porta della biancheria molto più senxy di quella che io abbia mai avuto. E' molto gentile e innocuo. Un pò matto certo, di primo acchito. Mi capita di pensare alla sua vita, di cui mi piacerebbe conoscere i dettagli. Ma non posso chiederlo. Finirebbe tutto con la dimostrazione di un carinissimo perizoma di pizzo rosa e una giocata alla slot machine.
(*ammetto di aver dovuto controllare in internet la corretta ortografia della parola acchito)
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