Il Giappone mi lascia ancora confuso.
Da oggi ho cominciato ad andare in piscina, a nuotare, in pausa pranzo.
La trafila per riuscire ad andare a nuotare e' stata non poco complicata.
Non puoi nuotare se hai un tatuaggio e non lo copri.
Se vuoi cominciare da meta' mese devi pagare un rate giornaliero fino alla fine del mese.
"Si ma state chiusi una settimana per ferie, la prossima..."
"Devi pagare anche quella"
Fino poi ad accettare la fantastica offerta prendi sei mesi ne paghi cinque ma alla prima visita avrai un nostro trainer che ti segue per un'ora, per illustrarti la fighezza di questa struttura.
Perfetto.
Parla inglese?
No.
Non la vedo come molto utile come cosa allora.
A monte l'ora con il trainer.
Oggi, finalmente, sono riuscito ad andare in piscina.
Con un cerotto sulla schiena per coprire il tatuaggio.
Ora, spiegare lo spaesamento e la confusione, e' difficile.
Ma non sai dove andare.
Non sai dove levarti le scarpe, dove lasciarle.
Dove prendere le salviette, dove cambiarti.
Non e' facile.
Anche perche' sei in palestra/piscina, il che bene o male vuol dire, chiappe flaccide, cazzi mosci.
Vecchi nudi o semivestiti, e la consapevolezza che la tua nudita' incombe.
Non aiuta ad aver chiarezza.
Nuoti, piu' vasche di quelle che dovresti. Ma e' una sensazione piacevole.
Anche perche' benche' ti trovi a Shibuya, la piscina e' completamente vuota.
Poi esci. Hai giusto il tuo costume, la cuffia, gli occhialini e una salvietta a nolo.
E una chiave per il tuo armadietto.
Che non funziona.
E quindi diventi il gajin paffuto e pallido che non sa bene come ma deve uscire per chiedere a qualcuno di aiutarlo con l'armadietto che ovviamente contiene TUTTA la sua roba.
E chiappe mosce e cazzi flaccidi. Vecchi nudi come se fossero coriandoli.
Qualcuno e' anche piu' in forma di me. Il pensiero ribelle che ricacci subito nell'angolino.
20 minuti buoni.
Ma ce l'ho fatta.
Poi e' finita che ho dimenticato la' gli occhiali.
E mi pare ovvio, senza scomodare Freud, che il significato inconscio sia quello di perdere la vista.
O forse cercavo inconsciamente una scusa per tornare tra quelle grigie chiappette.