mercoledì, dicembre 15, 2010

Back to the present




E' stato ritrovato un sondaggio naufragato al largo di un tempo passato.

Alla domanda SEI PREOCCUPATO PER IL FUTURO avete risposto così:

Sono terrorizzato: 5 (29%)
Sono piuttosto preoccupato: 4 (23%)
Ho qualche timore ma ce la farò: 4 (23%)
Non è una cosa a cui penso: 0 (0%)
Sono speranzoso: 2 (11%)
Sono sicuro che andrà tutto come ho sempre sognato: 2 (11%)

Mettiamo assieme le prime due risposte per verificare che metà degli Aparazzini è seriamente preoccupata per il futuro, il 52% della popolazione.
La terza risposta rivela la frangia pragmatica del blog, coscienti delle difficoltà e tuttavia determinati ad affrontare il futuro, sono il 23%.
La quarta risposta mostra il dato più interessante: tutti senza esclusione pensano al tempo a venire, in un modo o nell’altro è un fattore fondamentale sia per Apa, sia per Ignazio. Nessuno aveva fatto il gallo e questo dimostrava che la rimozione delle risposte brillanti stava dando i suoi frutti (prima dell'arrivo del nuovo sondaggio).
La quinta e la sesta risposta dicono che tra di noi vive una minoranza di ottimisti i quali si dividono tra coloro che si affidano alla grazia divina e quelli che portano occhiali a lenti rosa.

Ho ripensato al concetto del tempo in rapporto al fenomeno della prescienza, ovvero del vedere il futuro. A me è capitato di vedere il futuro due volte, attraverso un deja vu. Alla terza occasione, per verificare di non essermi illuso, ho rivelato a un mio amico quel che sarebbe accaduto da lì a qualche minuto e l’esperimento è andato a buon fine.

Wikipedia sul deja vu:

Collegamenti a disturbi mentali:
[...] La possibilità di una correlazione ha condotto alcuni ricercatori ad ipotizzare che il déjà vu è forse un'anomalia legata ad una temporanea e scorretta diffusione degli impulsi neurali nell'encefalo

Parapsicologia:
Il déjà vu sarebbe associato a presunti fenomeni di precognizione, chiaroveggenza o percezioni extra-sensoriali, ed è stato frequentemente citato in tale ambito come una presunta "evidenza" delle abilità "psichiche" della popolazione generale

Essendo di indole razionale rifiuto l’equivalenza tra inspiegabile e sovrannaturale. Trovatomi di fronte a questo fenomeno ho dovuto formulare una ipotesi per calmare l’ansia e quei disordinati impulsi neurali.

Ecco l’ipotesi basata su quasi nulla di scientifico.
In fisica il tempo è solo una coordinata in uno spazio a 4 dimensioni, lo spaziotempo.
I punti dello spaziotempo sono detti eventi e ciascuno di essi corrisponde ad un fenomeno che si verifica in una certa posizione spaziale e in un certo momento.

Partiamo dal presupposto che lo spazio viene percepito elaborando informazioni sensoriali attraverso il cervello ed estendiamo l’analogia alla quarta dimensione, quella del tempo.
Se la percezione dello spazio è l’interpretazione di una realtà che si estende oltre la portata dei sensi, la percezione del tempo è l’interpretazione di una totalità elaborata solamente in proporzione alle nostre capacità.
Se avessi gli occhi di un felino potrei evitare di accendere la luce per andare in bagno la notte, se avessi il ciclo di vita di un moscerino lunedì sarei nella culla, martedì a un colloquio di lavoro e domenica sotto due metri di terra.
L’esperienza del tempo, come l’esperienza dello spazio, è una questione di capacità elaborativa.

In un modello insiemistico dello spazio il cerchio del nostro orizzonte sensoriale è la frontiera di questa capacità, nel modello temporale l’istante è l’unità di capacità elaborativa delle percezioni sensoriali: quante informazioni alla volta sono in grado di elaborare. Se il cervello umano fosse un computer questa misura corrisponderebbe probabilmente alla frequenza del processore.

Preso questo per buono, il fatto di vedere il futuro è un problema dovuto all’elaborazione non sequenziale di informazioni: come saltare una riga durante la lettura, accorgersene, ritornare alla riga giusta e infine arrivare a rileggere la stessa frase dandole finalmente un senso grazie al contesto.

Avevo anche un climax finale, ma per non fare il solito post lungo lascio cadere e concluderò nel prossimo con questo tema: quando l’imprevedibilità del futuro mette i bastoni tra le ruote alla religione.


5 commenti:

byfluss ha detto...

Hai sognato la morte di Ratzinger?

Ergonomico ha detto...

Bella teoria, ma se si deve ipotizzare senza fondamento, allora prediligo chi tira in ballo vombati pervinca e varani parlanti.

Ignazio ha detto...

.. che poi il presente è il vero futuro di domani.
Un presente infausto o incerto comporta pessimismo e paura di quello che sarà.
Al contrario la speranza non è altro che l'eco della serenità che si vive nel momento.

Beate le persone speranzose, ecco :P

Thesp ha detto...

@Ergo
non sottovalutare il potere dell'intuizione e qualcosa di scientifico c'è, ma quando non si ha modo di verificare fino in fondo è meglio dichiarare ignoranza.

byfluss ha detto...

Io dichiaro ignoranza.
La vostra.