Scendo per strada, sono quasi le nove del mattino.
Un sole audace, impavido, violento buca il vento trai palazzi colorando la strada a strisce di luce.
Persone, In strada. Intente.
Passa una scosciatina in bicicletta.
Hot pants.
E' la stagione dei polpacci e delle coscette giapponesi. Guizzano, Saettano. Non ancora terrorizzate dal sole le ragazze giapponesi si spogliano, prima di ricoprirsi per l'estate.
Gambette da caprette.
Caviglie provate da scarpe disgraziate ed eccepibili.
Di fronte a me un businessman, un salary man. Camicia bianca, vestito nero, cravatta e borsa in mano. Vestito camouflage per Tokyo. L'ABC della mimesi urbana.
Da un locale sotto casa, il tizio vi e' davanti, parte all'improvviso una canzone a tutto volume.
Il salary man ha un sossulto, ma non di sorpresa o spavento. Un sussulto strano, si volta verso la musica, verso il locale e ha l'espressione di qualcuno che si sta lentamente ricordando qualcosa. O capendo qualcosa. Un processo mentale in corso. Un paio di secondi di meningi spremute.
E poi via. Si gira verso di me e comincia a correre.
A correre come se ne dipendesse la sua vita.
A gambe levate.
Tralaltro corre piu' veloce uno che corre a capofitto o uno che corre a gambe levate?
Ma divago.
Mi fermo.
Di fronte a una scena del genere che interrompe il mio flusso di pensieri, profondi e filosofici sull'eventualita' che la camicina che indosso possa essere una ben debole difesa nei confronti dei colpi d'aria e, per estensione, dello squaraus, di fronte a una scena del genere, dicevo, ho bisogno di un veloce reality check.
Ascolto.
La canzone, rimbomba ad alto volume. Dice qualcosa come sex, sexo. Reitera. Ripete. Non capisco. Una frase ripetuta all'infinito.
Ascolto meglio.
Ora mi pare chiaramente che dica letteralmente SEXO IN PARIGI.
Improvvisamete capisco tutto.
S'e' ricordato dell'appuntamento con Thesp.
Thesp. Il tuo amichetto arriva, tranquillo.
Posso andare al lavoro tranquillo.
Tranquillo...
A meno che questa camicina non sia troppo leggera...