Dove sono nato non e' una grande citta', piuttosto piccola piuttosto, ma sa essere una citta' dura.
A volte anche pericolosa.
E' una citta' industriale, ci trovi la gente ricca e quella che la invidia.
Ma sono cose con le quali non fai i conti fin da subito, cresci spensierato, allegro, persino un po' coglione.
Con gli amici, con le prime esperienze con lo sport.
E cosi' feci pure io, forse non molti sanno o si ricordano, ma da giovane amavo il basket e con alcuni amici, piu' grandi di me, andavo nei parchetti di periferia, o anche nella mia zona, che pur essendo a pochi passi dal centro, era piuttosto malfamata, soprattutto la parte al di la' dello "stradone", cosi' lo chiamavamo.
E per chi se lo domandasse, facevo cagare. Ero veramente pessimo. Ma ero il piu' piccolo, simpatico, la mascotte del gruppo.
E alla fine fu proprio durante una di queste allegre partite, inconsapevole com'ero mai l'avrei saputo prevedere, che la mia vita cambio'.
Una sbruffonata di troppo, mi sentivo invincibile con amici molto piu' grandi di me, e in qualche modo diedi fastidio alla gente sbagliata.
Soprattutto a questo tizio, enorme nella mia memoria, che di fronte alla propria "gang" non poteva fare a meno che farmi pagare cara la lezione.
Non ricordo nemmeno quale fu la grave offesa, non ricordo cosa feci o dissi, forse gli lanciai contro la palla, forse al mio solito non tenni la bocca chiusa. Ricordo solo questo vichingo di uomo alzarsi e dirigersi verso di me.
E poi il delirio.
E in qualche modo, fortunosamente, la fuga.
Scappai. Un poco sotto choc, ma non esattamente terrorizzato. La paura mi venne solo quando vidi gli occhi di mia madre.
Come realizzare improvvisamente che un pericolo e' reale, adulto.
E forse mia madre reagi' esageratamente, il tizio, il criminale, mi conosceva, sapeva dove bazzicavo, e mia madre e' sempre stata un poco "overprotective".
E cosi' mi mando a casa di mio zio, miliardario, che abitava in altra citta'.
Per qualche tempo. Giusto fino a quando la situazione non fosse sbollita.
E pur essendo una situazione folle, esasperata, devo essere sincero, fu uno dei periodi piu' belli della mia vita.
Tante minchiate, mille avventure, sempre in compagnia di quell'adorabile sfigato di mio cugino Carlton.